L'analisi

E’ guerra, il wahhabismo è il nazismo di oggi

La Turchia dopo il golpe fallito, l’ondata di violenza, l’ostracismo, il licenziamento, il carcere, le invocazioni alla pena di morte. Continuano senza sosta le purghe del presidente Erdogan: l’accusa è di aver supportato l’organizzazione del golpe. Ne parliamo ancora una volta con Mimmo Srour, ingegnere aquilano ma originario della Siria, altra terra che vive un massacro senza fine.
Ci siamo sentiti una settimana fa. Era appena fallito il colpo di stato in Turchia. Come vede la situazione oggi?
“Francamente ho i miei dubbi che siano stati i militari ad organizzare il fallito colpo di Stato in Turchia. Se così è stato, sono convinto si sia trattato di un colpo di Stato sui generis, per non dire pilotato”.
Perché  dice questo?
“Ho l’età per ricordare altri colpi di Stato – Grecia, Cile, Egitto, Libia e la stessa Turchia – e non ho mai visto una cosa simile: si annuncia il golpe, ma vengono lasciati liberi i vertici dello Stato turco, Erdogan compreso. I presunti golpisti diffondono attraverso alcuni organi di stampa il comunicato numero uno, ma non si mostrano. Infatti, per sapere chi ha organizzato il golpe, dobbiamo attendere le dichiarazioni dello stesso Erdogan. A mio parere, il vero colpo di Stato si è compiuto dalle tre del mattino del giorno successivo, quando i muezzin, dall’alto dei minareti, hanno invitato la popolazione ad uscire e a difendere lo Stato islamico e il suo capo. Quando sono state arrestate decine di migliaia di persone – militari, giudici, professori, rettori di università e giornalisti – mentre venivano proclamati lo stato di emergenza e la sospensione dei diritti civili”.
Delusione? Eppure c’è chi afferma che è stata una grande vittoria della democrazia contro i soprusi dell’esercito.
“Non nego la mia delusione. Ho già avuto modo di affermare che in questo caso, per la prima volta, mi è capitato di tifare per i “colonnelli”.
E come mai?
“Personalmente credo che la civiltà umana sia attualmente sottoposta ad una prova terribile, per certi versi paragonabile a quella vissuta nel secolo scorso con il nazismo. Infatti, come il nazismo affermava la superiorità di una razza su tutte le altre, analogamente oggi ci troviamo in presenza di una fazione – quella wahhabita – che, presa in ostaggio la religione islamica con il tacito consenso delle autorità religiose musulmane, afferma la superiorità di una religione su tutte le altre, predicando l’odio e la sottomissione dell’intero genere umano. Da questa ideologia è scaturita una guerra, ma una guerra diversa da quelle che abbiamo sempre conosciuto, dove la frontiera dello scontro è ovunque. In pochi istanti il Bataclan di Parigi, l’aeroporto di Bruxelles, una via di Madrid, un locale ad Orlando, una via di Baghdad o di Kabul, la Promenade di Nizza o l’intero territorio di un paese antico come la Siria, si trasformano in un campo di battaglia. A morire non sono soltanto i soldati, ma bambini, donne, vittime innocenti e inconsapevoli. E tutti noi non possiamo fare a meno di chiederci il perché”.
Sì, ma cosa c’entra tutto questo con Erdogan e la Turchia?
Certamente l’islam politico è il responsabile diretto della tragedia che stiamo vivendo. Tuttavia va precisato che l’islam politico si compone di due distinte correnti: l’una wahhabita, nata nel grembo dell’islam sunnita, appoggiata dall’Arabia Saudita e dai paesi del Golfo, le cui organizzazioni più rappresentative sono Isis e Al-Qaeda, insieme ad una miriade di gruppuscoli  e cani sciolti che seminano terrore e morte; l’altra capeggiata dalla Fratellanza musulmana con in testa Erdogan. Solo apparentemente più moderata, quest’ultima contende il realtà l’egemonia islamica alla prima. È in questa prospettiva che ritengo vada letto il colpo di Stato in Turchia – quello vero, compiuto da Erdogan – e cioè come il tentativo di fare della Turchia il centro di una grande potenza islamica, sul modello dell’antico impero ottomano”.
E l’Occidente?
“Noi abbiamo sbagliato tutto. L’America ha pensato di poter strumentalizzare l’islam politico e fare baratti.  A questo disegno può essere ricondotta la demolizione di tutti i regimi laici del medio-oriente: Iraq, Libia, Egitto, come pure il tentativo in atto in Siria. Ma sarebbe un discorso troppo lungo e complesso, che credo sia opportuno rimandare ad altra occasione per non annoiare chi legge”.

 

leggi anche
turchia
L'intervista
Turchia: ‘Tifavo per i militari’
bruxelles attentato
Terrorismo - l'intervista
Bruxelles: ‘Questa è guerra, il fronte è ovunque’
Srour: "In Siria il popolo ama Assad"
Attualità
Srour: “In Siria il popolo ama Assad”
cartina siria
Siria
Siria: ‘fra gli immigrati le cellule dormienti’