Lavoro e immigrazione

Migranti, presidio in Prefettura

Si terrà anche all’Aquila il presidio indetto dai sindacati Cgil, Cisl, Uil per sostenere i lavoratori migranti che hanno perso il lavoro e sono rimasti privi di permesso di soggiorno.

La manifestazione rientra in quella proclamata a livello nazionale dalle sigle sindacali davanti alle Prefetture. Gli esponenti sindacali chiederanno espressamente ai Prefetti di essere ricevuti per esporre le motivazioni della loro protesta e per chiarire ancora una volta le loro richieste, già presentate al Governo negli ultimi anni ma alle quali non è stata data ancora risposta: fra queste, la proroga a due anni della durata del permesso di soggiorno per attesa occupazione, la regolarizzazione delle posizioni dei migranti che hanno già perso il permesso di soggiorno, – la lotta al lavoro nero ed al grave sfruttamento che ne scaturisce.

“La lunga crisi economica del nostro paese ha colpito non solo i lavoratori italiani, ma anche gli stranieri, che, quando perdono il lavoro, perdono pure il diritto di vivere in Italia. A causa di norme assolutamente inadeguate, dopo il licenziamento ed un periodo di disoccupazione, diventano immigrati irregolari” dichiara Spina, segretario Cisl Abruzzo Molise.

“Sono centinaia di migliaia gli stranieri che negli ultimi 8 anni hanno perso il lavoro e non sono riusciti a trovarne un altro entro i dodici mesi successivi, termine massimo per poter rinnovare il permesso di soggiorno. Moltissimi sono stati costretti ad andarsene per cercare lavoro all’estero, spesso lasciando le famiglie in gravi difficoltà; altri hanno fatto rientro nel proprio Paese d’origine. Nel solo biennio 2014 – 2015 oltre 300 mila permessi non sono stati rinnovati. Circa 100 mila stranieri si sono trasferiti all’estero, i restanti 200 mila sono rimasti nel nostro paese, ma sono scivolati nell’illegalità del lavoro sommerso, con conseguenze ancora più drammatiche per i loro familiari a carico, soprattutto per i minori, magari nati in Italia.”

Cgil, Cisl, Uil hanno chiesto al Governo nazionale di estendere a 2 anni la durata del permesso per attesa occupazione, ma chiedono anche che i migranti possano partecipare al circuito delle politiche attive del lavoro, comprendenti colloqui di orientamento, corsi di formazione professionale, percorsi di reimpiego.

“E’ necessario comunque, regolarizzare chi il permesso lo ha già perso” continua Spina. “Altrimenti, l’alternativa sarebbe drammatica: un numero enorme di irregolari, senza diritti e a basso costo, resterebbe alla mercé dei caporali e delle imprese che non rispettano la legge, e a svantaggio di tutti gli altri lavoratori, italiani e stranieri, e delle aziende che invece operano correttamente.”

(e.f.)

 

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