Sanita' e polemiche

Giù le mani dalle aree interne. Ma quel convegno il 6 aprile…

Il tema è dei più rilevanti: il piano sanitario della Regione, con annessa riorganizzazione della rete ospedaliera e dei servizi sul territorio, aree interne incluse. La sala, gremita, dell’Arssa di Avezzano lo testimonia: presenti il neo manager della ASL 1 Rinaldo Tordera, il sindaco di Avezzano Gianni Di Pangrazio con il fratello Giuseppe, presidente del Consiglio Regionale, il consigliere di Sante Marie Lorenzo Berardinetti, l’Assessore alla Sanità Silvio Paolucci. Ci sono tanti operatori della sanità, medici, politici.  Alcuni mancano, come l’Anaao. Altri arrivano in ritardo, come il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente. Il convegno, per le tematiche, non è certo da disertare: ma il giorno in cui si è scelto di tenerlo, il 6 aprile, seppure nel tardo pomeriggio, seppure a iniziative di commemorazione del terremoto già in larga parte svolte, fa riflettere sulla scelta di tenere un simile incontro in una data tragica per l’intera regione, e non solo per la città dell’Aquila.

Lo stesso sindaco Cialente si scusa per il ritardo, sottolineando di aver presenziato agli eventi del pomeriggio: e il presidente del Consiglio Regionale, Giuseppe Di Pangrazio, padrone di casa nella città amministrata dal fratello Giovanni, invita, come già successo all’Emiciclo, i presenti a osservare un minuto di silenzio in memoria delle vittime del sisma.

convegno 6 aprile sanità avezzano

Certo, non basta a placare le polemiche che, a distanza di ventiquattro ore, continuano a fioccare.

Massimo Cialente, per esempio, viene accusato dall’opposizione targata De Matteis – Noi con Salvini – Liris di avere “un bel coraggio, nel giorno del lutto cittadino, a partecipare ad un incontro sul Piano sanitario regionale ad Avezzano. Il sindaco Cialente, infatti, avrebbe potuto chiedere un rinvio, ammesso che fosse un appuntamento importante, oppure significare, con la sua assenza, il mancato rispetto nei confronti di una giornata così particolare e drammatica per la città dell’Aquila e per l’Abruzzo intero.”

Cosa che diversi operatori della sanità aquilana hanno fatto, in segno di protesta nei confronti di questa decisione.

Lo stesso incontro non è stato privo di strascichi polemici. “Un incontro all’insegna della mera propaganda, con tante chiacchiere e poche certezze” per il consigliere 5 Stelle Gianluca Ranieri. “L’assessore non ha voluto chiarire, nonostante una domanda esplicita, cosa intenda fare per quei settori che negli ultimi due anni hanno ricevuto pesanti tagli, vale a dire la rete dell’emergenza urgenza, i punti nascita e l’assistenza socio sanitaria. Ritengo paradossale che in un incontro rivolto al territorio, si parli in linea cosi generale senza scendere nel particolare dell’interesse locale.”

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Gli interventi che si sono susseguiti, come quello di Umberto Trasatti, segretario provinciale della CGIL, hanno dato però spunti interessanti proprio nell’ottica locale.

“Sarò un sognatore” commenta Trasatti a IlCapoluogo, “ma la mia visione è che dobbiamo garantire la qualità dei servizi pubblici a tutti i cittadini, senza penalizzare le aree interne in cui la densità abitativa è estremamente più ridotta rispetto all’Abruzzo costiero. Tutti i cittadini devono essere cittadini di serie A, senza distinzioni legate all’area di appartenenza: e tanto più l’Aquila e la sua provincia, che costituiscono metà della regione e il grosso delle aree interne, deve essere ascoltata. Nella discussione che si porterà avanti auspico che ci sia una reale strategia per le aree interne: ricordo che con il Ministro Barca il Ministero della coesione territoriale aveva elaborato a livello governativo un documento in cui si parlava di una strategia per le aree interne legata al mantenimento e alla garanzia di servizi e qualità per evitare lo spopolamento dei territori. Devono tenerne conto.”

Guai a ricorrere alla politica dei due tempi, sottolinea Trasatti nel suo intervento. “Se la riorganizzazione non riguarderà solo la rete ospedaliera ma anche i servizi territoriali non è accettabile la politica dei due tempi, ovvero il taglio di unità ospedaliere o di servizi all’interno dei nosocomi in cambio di servizi territoriali che verranno poi. Questo non può accadere. Prima devono essere garantiti servizi sui territori e poi deve avvenire la riorganizzazione.”

In questo i sindacati sono uniti, conclude il segretario provinciale CGIL, che esorta a fare rete: la provincia deve agire come un unicum, senza guardare ognuno al proprio orticello e salvaguardando i propri cittadini.

(e.f.)