Festa del papa'

La festa del Papà: due giorni prima dell’arrivo della primavera

di Nando Giammarini

Immersi e travolti da un mondo in continua evoluzione dal tenore di vita altamente frenetico in cui stanno scomparendo, piano piano, le poche certezze cui aggrapparci possiamo essere almeno sicuri del fatto che nella nostra vita ci sono delle strutture portanti, dei baluardi, ai quali far costantemente riferimento anche a livello ideale: sono i nostri genitori. In loro scorgiamo sempre i più bei ricordi di vita costellati da un immenso amore, quel sentimento forte ed intenso che si trasmette di generazione in generazione e ci accompagna in ogni momento della vita. Come quando si alzano gli occhi al cielo, in questo periodo primaverile, cercando qualcosa di rassicurante e scorgiamo che dall’azzurro immenso ed infinito sorgerà il sole pronto ad allietare i giorni futuri. In tempi come gli attuali in uno scenario di incertezza globale assume un valore di particolare importanza, per la sua grande valenza di rispetto ed umanità, la festa del Papà. Essa nasce nei primi decenni del XX secolo è celebrata il 19 Marzo, giorno di S. Giuseppe, in quasi tutto il mondo tranne nei paesi anglosassoni dove viene festeggiata a giugno e non fa riferimento al patrono dei falegnami, dei carpentieri, dei poveri, dei derelitti e delle ragazze; in codesto giorno ricorre anche la festa dell’artigianato. Fino a qualche anno fa il 19 Marzo era festa nazionale poi divenne un giorno feriale qualsiasi; questa ricorrenza era denominata anche Sagra di S. Giusepppe Frittellaro poiché uno dei momenti qualificanti dell’evento era la preparazione dei tipici bignè alla crema, tradizione che viene mantenuta ancora oggi.. In questo giorno, appena poco prima dell’arrivo ufficiale della primavera, molteplici e simpatiche sono le iniziative che i bambini, coadiuvati dalle insegnati, prendono un po’ in tutte le città per festeggiare i loro papà. Secondo fonti storiche, come tutti sanno, S. Giuseppe era sposo della Madonna e padre putativo di Gesù’ egli ci insegna a vivere con vera semplicità e letizia mettendo in primo luogo la valorizzazione delle realtà tipiche della terra legate alla primavera quando i prati iniziano a verdeggiare e sbocciano tra le siepi le prime violette, dopo l’inaridimento dei mesi invernali, mentre le piantine di frumento germogliano iniziando a tingersi di diverse striature verdoline. Superiamo queste notizie, per così dire, di carattere storico ed addentriamoci in quello che rappresenta nel reale la festa del Papà sul profondo significato dell’ essere genitori ed educatori oggi .Sono una moltitudine di cose insieme la parte migliore di me, la forza interiore che mi sostiene nei variegati e, a livello generale, sereni rapporti con i miei due rubini della vita. Parlare, scrivere e dilungarsi sulla festa del Papà e del rapporto genitori figli, oggi all’inizio del terzo millennio, significa affrontare una vasta tematica dai risvolti umani che coinvolge pensieri e sentimenti. Da qualche anno i media parlano di “ nuovi padri “ annunciando cambiamenti epocali e mettendo in evidenza una maggiore presenza nell’educazione dei figli a scapito, come ritengo sia giusto,del lavoro. Esiste poi il delicato e difficile problema dei figli contesi tra coppie di separati che si vedono trasportati, come pacchi postali, da un luogo all’altro perdendo quella che è la vera condizione della famiglia ed i reali valori di riferimento e di sicurezza. Insomma, di tutto un po’ ove, purtroppo, manca una visione d’insieme e si incrociano realtà e pregiudizi originando confusione. Alcuni intellettuali, anche illuminati,sostengono sia in atto un’eclissi del padre con tutti i valori di riferimento che tale ruolo comportava: la distinzione tra bene e male, l’ordine, la norma, l’autorità, l’apertura verso nuovi orizzonti che li conduceva alla futura autonomia quindi una preparazione all’assunzione di obblighi e responsabilità .Altri sostengono che siamo nell’era del padre premuroso ed affettuoso in rotta con i pregiudizi del passato proiettato verso una dinamicità, di pensiero e di giudizio,capace di guidare ed istradare i propri figli in un’ottica di modernità. Non bisogna, al contempo, dimenticare che sono molti i nostalgici di una figura paterna autoritaria e repressiva che appare sulla scena sociale in eterno contrasto con quelle che sono le esigenze di spazio e di autonomia dei giovani di oggi. Alla fine come in tutte le situazioni che si rispettino necessità arrivare ad una soluzione giusta ed equa – anche di compromesso se necessario – cercando di guardare negli occhi i padri nel loro impegno quotidiano, silenzioso e lieve.

Si tratta di mediare, tra antico e moderno, tra severità e dolcezza un ruolo tutto da costruire e riscoprire che richiede intelligenza, affetto e, lasciatemelo dire, mi pare la più grande delle sfide dei nostri tempi. Non vorrei dilungarmi troppo per non apparire noioso ma concedetemi di rivolgere- il giorno della loro festa – un pensiero, affettuoso, commosso e riverente, alla memoria di mio padre e di tutti quelli che non ci sono più la cui prematura scomparsa ha gettato nel dolore e nello sconforto intere famiglie.