Post-sisma

Ricostruzione delle frazioni: una road map irta di ostacoli

Pratiche istruite, progetti esecutivi pronti ed approvati, cantieri fermi.
È uno scenario paradossale quello che, da qui al 2019, potrebbe caratterizzare i processi di ricostruzione delle 48 frazioni che compongono l’immediato circondario del Capoluogo d’Abruzzo.
Infatti, oltre ad una programmazione ancora incerta sull’ambito dei sottoservizi, c’è da considerare che molti aggregati situati negli agglomerati urbani della cintura aquilana presentano unità abitative con pertinenze (ad esempio le rimesse agricole) per le quali, come si legge nell’Ordine di Servizio numero 3 emanato dall’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dell’Aquila nel gennaio 2014: “Il livello di indennizzo riconoscibile è sempre L0 (circa 400 euro a metro quadrato, nda) indipendentemente dal livello di danno e dalla vulnerabilità. Per dette pertinenze le maggiorazioni richieste per amplificazione sismica, per pregio o per interesse paesaggistico non sono mai riconoscibili”.
Di fatto, stando alla copertura economica delineata nel documento, c’è la possibilità che lavorazioni previste nei progetti, necessarie per il raggiungimento della soglia minima del 60% di sicurezza antisismica ma da effettuarsi proprio sulle pertinenze, non siano coperte dai contributi erogati e, invece, vadano in “accollo”, ossia a gravare in maniera diretta sulle tasche dei cittadini.
E qualora questi decidano di non voler fare fronte alla spesa, il risultato sarebbe un blocco del progetto e, quindi, del cantiere.
Dal canto suo, però, il Responsabile USRA Raniero Fabrizi si è detto disponibile a rivedere la disposizione finanziaria, aumentando il tetto di contributo ed evitando, così, questa fattispecie.
Fattispecie che, se non limata, potrebbe andare a minare alle basi tutta la road map stilata dall’USRA in materia di riedificazione delle frazioni.
Un ambito specifico, questo, attanagliato da ritardi quasi strutturali, ma che sta cercando di rimettersi in carreggiata, anche se serviranno ancora tre anni per arrivare a concludere la fase istruttoria di tutte le pratiche riguardanti sia i centri storici che le periferie.
In particolare, focalizzandosi sull’anno in corso, l’USRA vorrebbe arrivare sia a smaltire del tutto il carico di lavoro derivante dagli incartamenti avviati con la cosiddetta Vecchia Procedura (quindi la filiera Fintecna-Reluis-Cineas), sia a terminare la trattazione delle Schede Parametriche parte prima relative ai centri storici delle 13 frazioni che, a causa dei gravi danni subiti, sono state individuate come “prioritarie”.
Calando la volontà in cifre concrete questo, per la struttura retta da Raniero Fabrizi, significherebbe concludere 109 pratiche Vecchia Procedura e 349 Schede Parametriche parte prima.
Nel 2017, poi, le frazioni “prioritarie” dovrebbero arrivare a fine percorso con l’approvazione dei progetti esecutivi (contenuti nelle cosiddette Schede parte seconda, in totale 388), mentre le “non prioritarie” inizierebbero il percorso di trattazione su Vecchie Procedure e Schede parte prima.
Un iter che, per loro, dopo il passaggio sulle Parametriche parte seconda, dovrebbe chiudersi nel 2019 con cantierizzazioni previste a partire dall’anno successivo.