Caso crocifisso

Cioni, raccolta firme per riportare la croce in consiglio comunale

Celso Cioni, direttore regionale di Confcommercio, lo scorso martedì,  aveva portato nell’aula del  consiglio comunale un crocifisso di legno in segno di protesta alla decisione presa nei giorni scorsi  di non riposizionare il simbolo religioso nell’aula. Torna a parlare del “caso crocifisso” con un appello rivolto al Sindaco Cialente e a tutta l’amministrazione comunale.
 “Riportate la Croce in Consiglio Comunale prima della settimana della Passione di Cristo, della settimana Santa, altrimenti, mio malgrado, dovrò avviare la raccolta di firme per una petizione popolare cittadina che, credetemi, sarà così numerosa da farvi riconsiderare la vostra insensata scelta”.
“Mi rivolgo in modo sereno ma al tempo stesso fermo e determinatissimo  invito ed appello affinché possiate con senso responsabile riconsiderare la vostra decisione di rimuovere dall’aula della Sala Consiliare il simbolo sacrale della Cristianità e della Croce di Cristo segno radice e matrice culturale della nostra cultura occidentale.
Quella stessa cultura che consente al nostro Paese di accogliere a braccia  aperte centinaia  di  migliaia di donne ed uomini , profughi, perseguitati e di vittime di violenze nel loro continente che giustamente soccorriamo ed accogliamo  proprio con spirito cristiano in Italia.
E tutto questo lo facciamo bene e dobbiamo farlo ancora meglio in futuro con il supporto dell’Europa talvolta poco attenta a questo esodo di portata biblica che impone a noi tutti una riflessione di fondo.
Perché l’Italia e la Grecia oltre che per ragioni logistiche sono così sollecite, solidali ed attente a questi drammi umani?
Non è forse che per la matrice e la radice culturale cristiana che  i nostri Paesi si affannano e sostengono  costi ed impegno  sociale che dovrebbero invece essere a carico dell’intero continente e della Comunità Europea che troppo spesso è tiepida ed insensibile alle vicende umane in virtù di rigidi parametri  ragionieristici che umiliano le coscienze e rendono vani i veri principi fondanti  della sua autentica e nobile costituzione che affondano radici certe e profonde nella solidarietàn del sogno europeo della mia generazione che, purtroppo, per la insensata gestione “eurocratica” sono diventati  per i nostri figli un vero  e proprio INCUBO!!!!
E allora con tutto il cuore vi invito a riflettere ed a riconsiderare la vostra, a mio avviso, incomprensibile ed immotivata  ed insensata decisione rispetto alla nostra identità autentica e millenaria cultura ed alla nostra storia plurisecolare .
Il Crocifisso è un simbolo non solo e non tanto della nostra regiliosita’ma della nostra più profonda identità e civiltà occidentale che nessuno, tantomeno voi, può permettersi responsabilmente di  cancellare pena un azzeramento della cifra storica e della matrice culturale della nostra umana condizione ed esistenza e del concetto identitaria della nostra più intima comunità cittadina che attende e merita rispetto a prescindere dai valori pur presenti ed intimisti mi della religiosità che permane fortunatamente in un panorama confusionario ed inconcludente che, inevitabilmente, porterà tutti noi, anche nostro malgrado, al nulla del nulla senza portare alla nostra Comunità Municipale alcunché di positivo, né oggi e tantomeno in futuro.
Per tutto questo, nella città di Celestino, in quella delle novantanove Chiese, di San Bernardino, di San Pietro della Ienca, del Suo Protettore San Massimo e di Sant’Equizio come giustamente sostiene lo storico Fulvio Giustizia e nell’anno Giubiliare, carissimi Sindaco Cialente e carissimi Consiglieri, battete un colpo e accogliete a braccia aperte il Cristo simbolo millenari della nostra civiltà nella vostra e nostra Casa Comunale semplicemente perché è giusto.
E allora vi dico convintamente, riportate la Crce in Consiglio Comunale prima della settimana della Passione di Cristo, della settimana Santa, altrimenti, mio malgrado, dovrò avviare la raccolta di firme per una petizione popolare cittadina che, credetemi, sarà così numerosa da farvi riconsiderare la vostra insensata scelta.
A questo proposito vorrei ascoltare volentieri la voce del nostro Signor Sindaco, sinora distintosi per il suo perlomeno assordante silenzio”.
Celso Cioni
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