Dirty soccer

L’Aquila me’ Supporters’ Trust: ‘Pretendiamo una giustizia equa’

“I fatti delle ultime ore stanno gettando ulteriore discredito sul già malandato sistema della giustizia sportiva italiana. In particolare, i dettagli della vicenda processuale che riguarda la società L’Aquila Calcio 1927, con l’abnorme richiesta di penalizzazione di 32 punti – poi ridotti a 31 – e di 205.000 Euro di ammenda formulata dal sostituto procuratore Tornatore, appaiono degni di un vero e proprio museo degli orrori giudiziari: capi d’incolpazione duplicati o inseriti erroneamente, criteri di attribuzione dei punti di penalizzazione difformi rispetto a quelli consolidati dalla giurisprudenza precedente, compresi quelli adottati nel primo filone processuale sull’inchiesta “Dirty Soccer”, fino all’assurdo del prospetto contenente l’elenco dei capi d’incolpazione con le relative richieste di penalizzazioni e ammende pesantemente ritoccato in corso di processo, in palese violazione di qualsiasi principio di civiltà giuridica e con una gravissima menomazione del diritto di difesa.”

Di fronte a quanto esposto, viene purtroppo da dubitare della buona fede della Procura Federale.”

E’ l’amara constatazione riportata in una nota, che pubblichiamo integralmente, del gruppo L’Aquila me’ Supporters’ Trust a proposito dell’inchiesta Dirty Soccer.

“L’Aquila Calcio, però, non può essere la vittima predestinata di un sistema marcio, sacrificata arbitrariamente da parte di una giustizia sportiva senza più alcuna credibilità, che in altre recentissime circostanze aveva invece inteso mostrare tratti molto più accondiscendenti.

Come associazione che mira a essere quanto più possibile rappresentativa della intera tifoseria rossoblù, non reclamiamo né indulgenze né colpi di spugna: siamo stati i primi a dissociarci dalla indegna condotta di Ercole Di Nicola e a chiedere alla società L’Aquila Calcio 1927 di fare pulizia.

Vogliamo giustizia e siamo pronti come tifosi a pagare le conseguenze per la responsabilità oggettiva del nostro club, ma pretendiamo che questa giustizia sia equa e che rispetti i princìpi basilari della parità di trattamento e della certezza del diritto.

Le richieste avanzate dalla Procura Federale, con i risvolti inquietanti emersi in queste ultime ore, non rispondono a questi requisiti e condannerebbero sostanzialmente L’Aquila Calcio a una retrocessione per via giudiziaria, falsando un campionato che la squadra rossoblù sta invece onorando con dignità e con la volontà di conquistare la permanenza nel calcio professionistico nonostante l’attesa penalizzazione. Sarebbe stato più coerente, a questo punto, anticipare all’estate scorsa il giudizio sulla Società e decretarne la retrocessione diretta in una categoria inferiore.

Chiediamo, pertanto, ai soci e alla dirigenza de L’Aquila Calcio 1927, a tutte le Istituzioni cittadine e a ciascun tifoso aquilano di mobilitarsi, in queste ore e nei giorni che seguiranno, con l’orgoglio e la dignità che hanno sempre contraddistinto la nostra gente nella sua storia non solo sportiva, affinché il sodalizio rossoblù non si trovi a essere il capro espiatorio di un sistema che merita di essere riformato drasticamente, ma non certo sotto l’egida di chi fino ad oggi ne è stato corresponsabile.”

 

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