Le spese della regione

Regione, verso il bilancio: una coperta sempre troppo corta

Dal mutuo trentennale da cento milioni ai 190mila euro – dovevano essere il doppio – stanziati per un Giudice della Corte dei Conti: la doppia seduta del consiglio regionale, finita in bellezza alle 5 del mattino di giovedì, non poteva non lasciare strascichi polemici, soprattutto alla vigilia della discussione del bilancio che inchioderà per moltissime ore, non è difficile prevederlo, consiglieri e giunta a partire dal 29 dicembre.

Quello del “nuovo” mutuo da cento milioni che la Regione potrebbe decidere di chiedere è un boccone amaro ingerito dalla minoranza, che prima in nove ore di Commissione Bilancio, poi in cinque di Consiglio, ha opposto tutti i mezzi a sua disposizione, compresi quelli ostruzionistici. Pareva che l’Abruzzo si fosse liberato da finanziamenti e interessi, uscendo finalmente dal debito sanitario: pareva. Perché con l’approvazione in Aula di questo progetto ora la Regione avrà la possibilità di chiedere un mutuo trentennale: non è una richiesta diretta di denaro, ovviamente, ma comunque si dà il via libera per la richiesta stessa. Poco importa dunque che la rata annuale comporti interessi di oltre 4 milioni di euro: tasto, questo, battuto incessantemente dai Cinque Stelle durante i loro interventi in Aula.

Ma a quanto ammontano i debiti che la Regione deve ripianare? Ebbene, non c’è un dato preciso. Perché se è vero che l’assessore Paolucci sottolinea come non si tratti di un nuovo mutuo, ma “di una riautorizzazione di vecchi indebitamenti che risalgono al 2006-2007 che nessuno ha mai affrontato”, è pur vero che si è ancora in attesa del riaccertamento dei residui, una attività che in Regione non si fa da oltre dieci anni: insomma, si stanno facendo i conti per vedere se i 538 milioni di partenza siano ancora quelli o, nel frattempo, siano lievitati.
Fatto sta che il Governo regionale, per bocca dell’Assessore Paolucci, ha sottolineato che senza la possibilità di richiedere questi 100 milioni, si sarebbe rischiato di non riuscire a garantire il trasporto pubblico locale, la compartecipazione al sociale per i diversamente abili, il cofinanziamento dei fondi indiretti europei per lo sviluppo, le imprese e i cittadini: si sa, la coperta dei fondi è sempre troppo corta.

Ma proprio perché è corta, quello a cui si è assistito nella due giorni e una notte di Consiglio fa riflettere: capitolo giudici della Corte dei Conti.
Solo dopo la pressione dell’Aula la maggioranza ha deciso che, invece di spendere 380mila euro annui per 5 anni per la nomina di 2 giudici aggiunti della Corte dei Conti, se ne possono spendere 190: ovvero, da due giudici ad uno, ma sempre per cinque anni. Come ricorda Lilli Mandara sul suo blog, lo aveva fatto Del Turco, ci aveva provato Chiodi, ci riesce D’Alfonso.
Altro punto critico della coperta corta? I 200mila euro destinati ad attività culturali, sociali e sportive sui quali però, dicono in una nota i consiglieri di Forza Italia, non c’era nessuna chiarezza relativamente alle procedure di assegnazione.

E questo è solo l’antipasto di quello che si vivrà e vedrà negli ultimi giorni dell’anno.