Spaccio a l'aquila

Spaccio a L’Aquila: indagato trovato con droga in casa

Arrestato in flagranza di reato durante l’esecuzione delle misure cautelari, già destinatario del provvedimento restrittivo è stato trovato con droga in casa. Si tratta di Stefano Zecca.

L’operazione denominata platforms si conclude con 4 ordinanze di custodia cautelare, di cui 3 in carcere e una agli arresti domiciliari, «per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti».

I provvedimenti riguardano «Luca Di Virgilio, 49 anni, nato a L’Aquila; Maurizio Cincis, 34 anni, nato a L’Aquila; Stefano Zecca, 55 anni, nato a Roma; Fabio Monaco, 35 anni nato a L’Aquila (arresti domiciliari)». Indagata, ma non sottoposta a misura cautelare una 35enne nata e residente a L’Aquila.

E’ Stefano Zecca, il fornitore dello stupefacente agli altri indagati aquilani.

 

Nell’esecuzione della citata ordinanza di misura cautelare in carcere, Stefano Zecca è stato trovato a seguito di perquisizione domiciliare in possesso di:

  • 8 involucri di sostanza stupefacente del tipo cocaina, per un peso complessivo di gr. 15;
  • un bilancino di precisione per la pesatura dello stupefacente;
  • la somma in denaro di Euro 7.000 circa, in diverso taglio di banconote.

 

E’ stato tratto in arresto in flagranza di reato per violazione dell’art.73 del D.P.R.309/90.

 

Proprio per l’ulteriore presenza della droga in casa si spiega il comportamento del reo, che all’arrivo degli agenti della Squadra Mobile dell’Aquila e di Roma, barricato in casa, in un appartamento della capitale ubicato al primo piano. Zecca ha tentato anche  di distruggere tutta la cocaina gettandola nel water.Potrebbe averne gettato un quantitativo cospicuo facendosi forte della porta blindata che lo divideva dai poliziotti intervenuti. Fondamentale il ruolo dell’uomo nell’indagine, quale rifornitore dello stupefacente per gli acquirenti provenienti dal capoluogo abruzzese.

L’approvvigionamento di cocaina ed hashish avveniva con cadenza settimanale nella città di Roma, dove, in via Ettore Franceschini, Luca Di Virgilio e Maurizio Cincis si recavano con l’autovettura Alfa Romeo del secondo, e si rifornivano di sostanza stupefacente dal romano.

L’identificazione certa di quest’ultimo è stata fatta per la prima volta  certa in data 17 febbraio 2015, allorquando gli agenti della Sezione Antidroga unitamente a personale della Polizia Scientifica, tutti  dell’Aquila, si recavano a Roma ove riuscivano a documentare anche fotograficamente l’ennesimo incontro tra acquirenti e venditore.

Prima di procedere all’acquisto, Luca Di Virgilio contattava telefonicamente Zecca Stefano, sull’utenza telefonica effettuando anche l’ordinazione della sostanza stupefacente da prelevare. Utilizzando termini criptati, l’aquilano metteva a conoscenza il romano della qualità e del quantitativo da prelevare.

I termini utilizzati dal Di Virgilio Luca per indicare lo stupefacente erano sempre gli stessi:

…una di quelle….

…dodici pedane…,

che si è appurato riferirsi, grazie al sequestro operato il 25 febbraio 2015, ad un panetto di hashish del peso di gr.100 e grammi 60 di cocaina;  quindi una pedana corrispondeva a gr. 5 di cocaina.

Il 25 febbraio, Di Virgilio e Cincis venivano tratti in arresto per detenzione di gr. 300 di hashish e gr. 61,5 di cocaina: in quella circostanza l’ordine effettuato dal Di Virgilio Luca al Zecca era stato il seguente: “tre di quelle e 12 pedane.”

Zecca è risultato incensurato e lavorante per una società inserita nel campo della distribuzione di cibi e bevande per uffici.

L’operazione è stata denominata platforms perché gli indagati nelle conversazioni telefoniche indicavano la droga col termine criptato di “pedane” (in inglese platforms).