Attualità

Dopo Parigi, la geopolitica del terrore torna ad assediare l’Italia

Venerdì sera a L’Aquila (Palazzetto dei Nobili  – a partire dalle 18) verra presentato il volume “Libia 1911-2015“: sarà anche l’occasione per parlare, dopo i fatti di Parigi, della “geopolitica del terrore che assedia il nostro Paese”.

Assieme a Salvatore Santangelo (giornalista professionista e coautore del volume) interverranno Massimo CialenteGianfranco GiulianteStefano De AngelisMimmo Srour e Arturo Diaconale (che torna a L’Aquila per la prima volta dopo la sua nomina nel cda della Rai).

La pubblicazione, intitolata appunto “Libia 1911-2015” (Miraggi edizioni) è il frutto del lavoro di un gruppo di studiosi coordinati dal professor Folco Biagini (La Sapienza), che hanno provato a dare una lettura degli eventi che comprendesse sia la dimensione storica degli stessi, sia quella geopolitica. Oltre a quello di Santangelo, nel libro ci sono i contributi diAndrea CarthenyGabriele Natalizia e Roberto Reali.

In particolare – si legge in un comunicato di presentazione del volume – il giornalista abruzzese ha descritto ‘l’arco di crisi’ che tra il 2011 e il 2015 ha travolto la sponda Sud del Mediterraneo, i rischi per l’Italia e le diverse ipotesi politico-militari da mettere in campo.

“La crisi libica – afferma Santangelo – deve essere anche l’occasione per l’Italia per superare finalmente la visione ‘minimalista’ che sta ispirando ‘Triton’: i flussi migratori, che non sono un fenomeno né contingente né di breve durata, possono essere gestiti solo con un orizzonte politico di più ampio respiro e con la piena condivisione da parte di tutti i Paesi della Eu degli oneri e delle responsabilità di questa drammatica emergenza”.

E aggiunge: “Questo stesso protagonismo deve essere esercitato dall’Italia anche nei rapporti bilaterali con tutti i diversi attori esterni alla Libia che hanno una qualche ‘influenza’ sulle diverse fazioni in lotta. Questa nuova centralità del nostro Paese si può raggiungere solo se riusciremo a mettere in campo una politica estera bipartisan lineare e coerente, che eviti le sbavature cui abbiamo recentemente assistito. L’obiettivo finale resta una risoluzione delle Nazioni unite che consenta, quando ce ne saranno le condizioni, l’ingresso in Libia di una forza multinazionale a sostegno delle ricostituite istituzioni libiche. Tale forza dovrà avere una chiara connotazione araba e africana. Non deve e non può essere l’Italia, né tantomeno l’Occidente, a gestire militarmente il possibile intervento sul campo: ne deriverebbe una lettura neo-coloniale. Al contrario – conclude il giornalista aquilano – il nostro Paese deve porsi alla guida di tutte le iniziative politiche e di intelligence possibili. Proprio la Libia è il contesto dove il nostro Paese può dare il massimo contributo alla lotta contro il sedicente Califfato”.

Il tutto appunto nella consapevolezza che i destini dei due Paesi sono intimamente legati.

L’evento è organizzato da “L’Aquila che rinasce” e dal Centro studi Geopolitica.info (nel ciclo di incontri “Onda d’innovazione“) e realizzato grazie al contributo della Fondazione Carispaq e della presidenza del Consiglio regionale. Il direttore Luca Bergamotto introdurrà e modererà la tavola rotonda.