L'aquila

Brutture Aquilane fotogallery

di Raffaella De Nicola

Attenzione: le immagini che seguono potrebbero urtare il vostro buon gusto

Al di là del bene, e soprattutto nel male, guardando l’anteprima di questa città che si sta restituendo a noi meravigliosa e bella, come neanche ci appariva prima, nell’eleganza dei cortili, facciate e dettagli mai notati, elenchiamo dati sui portatori sani di sciatteria.

foto 1La prima inconfutabile testimonianza, che anche i RIS di Parma ci invidierebbero, è il frullato sui vetri nella pensilina dell’Arpa vicino il Motel Agip. Pensata al massimo per una decina di viaggiatori è invece un vivace teatro che replica un unico spettacolo: la guerra dei mondi. Tenuta malissimo dagli amministratori con il vivace contributo di viaggiatori incivili .

foto 2I dissuasori di sosta. Già gridano vendetta quelli del Torrione. Ma collocare le stesse attrezzature da garage, che più brutte è impossibile pensarle, fra la fontana luminosa ed il Castello, avamposto dello spirito storico della città, è un gusto, orrido, di arredo urbano di cui avremmo fatto volentieri a meno.

– Ma il sottopassaggio alla Fontana Luminosa a che serve se esci in mezzo ad un’altra rotatoria ? Ma non dovrebbe aiutarti a vivere anziché morire? Sarà per l’istinto di sopravvivenza ma sono in pochi ad usarlo. Per non parlare poi dell’inquietante avvallamento della zona. Unico dato positivo il Re_acto Fest che lo ha impreziosito con una bell’aquila blu.

foto3Sedili lacerati e squarciati all’Aquilone. Evocano il clima di terrore di Jack Nicolson quando spacca la porta in Shining. Sarà per quello che non decidono di cambiarli? Perché non ci sembra molto impegnativo rendere più decoroso il gettonato centro commerciale, il più rappresentativo per la città. Anche se apprezziamo il riferimento a Stanley Kubrik.

foto 4 bisQui si entra nel mistero puro. Da quale viaggio mistico sarà tornato il progettista dell’ecomostro, la megapensilina a Gignano? Vincenzo Olivieri, comico, ispirato dall’incredibile opera improvvisò una gag meravigliosa: ma che è ‘sto condominio, ma a che serve sta palafitta? Ma che vi siete bevuti? Inconsapevole, fra l’altro, della inutilità. Raro, avvistare, una carovana da/per Gignano.

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foto 5Insistiamo con Gignano. Il particolare metallico non è di una macelleria. E’ invece di una chiesa, rivestita di legno, che stride con il materiale di questa porta dalle straordinarie dimensioni. Forse un gotico rivisitato e moderno, un innalzamento al pensiero divino?

– Le Cannelle, magiche e meravigliose, raccontano sul flusso delle acque una città che lì sorse. E allora cos’è quell’erba che cresce con trascuratezza ? Anche qui: è così difficile averne cura, biglietto da visita per i turisti che già andrebbero premiati di venire all’Aquila ma non certo con quel percorso pedonale pericoloso e ad ostacoli sulla strada?

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– Lo skate park. E va bene che ci si vuole divertire. Giusto. Ma questo fantastico parco andrebbe pulito maggiormente visto la imperdonabile sciatteria di chi sporca con i rifiuti, e non manifesta gratitudine, per il regalo dei RBE. Qui, a vedere le bottiglie, lo spirito è di –vino.

foto 7P.zzo Fibbioni. Bell’esempio di recupero e generosità della famiglia Rivera che lo ha messo a disposizione del Comune. Ma quell’astronave che sale e scende, è un montacarichi? Un ascensore? E’ Odissea nello spazio? Ed il corrimano, di legno chiaro, ma non si vede che fa a cazzoti con quello scuro delle porte? Dettagli di mancata eleganza.

– Qui sale il crimine. Ragazze non fidatevi delle dichiarazioni di chi urla amore (Anna ti ammooo) sui muri, mostrando disprezzo per la città. Anzi lasciateli questi cretini. Sono reati contro il patrimonio, punibili penalmente. Lo vuoi andare a trovare in prigione la domenica , cara Anna? E tu Mirtilla, dovevi proprio far sapere a tutti che sei imbecille anche tu?

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Insomma, di fronte a queste molecole di un campionario amplissimo, di fronte le costole riedificate della visione storica, verrebbe da dire, appellandoci al D’Azeglio, fatta L’Aquila, ora bisogna fare gli aquilani . Che in realtà speravamo già raffinati, visto il collaudato background di sofferenza comune, e consapevoli che la tenuta di una città è speculare all’eleganza, il buon gusto e l’orgoglio di chi la abita e la amministra con questa orda di sciatteria, dalla quale sicuramente non ci sentiamo rappresentati.