Sisma l'aquila

L’Aquila, crollo Convitto, arrestato ex Preside

La Polizia di Stato di Udine ha eseguito oggi un ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale della Corte d’Appello dell’Aquila nei confronti di Livio Bearzi, di 58 anni, residente a Cividale (Udine), all’epoca del sisma all’Aquila preside del Convitto nazionale, crollato durante il terremoto provocando la morte di tre studenti minorenni e il ferimento di altri due.
Bearzi era stato condannato per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose a una pena di quattro anni di reclusione, sentenza confermata in via definitiva nell’ottobre scorso dalla Corte di Cassazione. Bearzi si trova ora nel carcere di Udine.

 

————— Sentenze di condanna confermate ottobre 2015 ————-

La Corte di Cassazione aveva confermato lo scorso ottobre 2015 le due sentenze di condanna emesse lo scorso anno dalla Corte d’Appello dell’Aquila per il crollo del Convitto nazionale del capoluogo abruzzese avvenuto nella notte del terremoto del 6 aprile 2009 e in cui persero la vita tre minorenni.

Confermati, quindi, i 4 anni di reclusione per confronti di Livio Bearzi, all’epoca preside del Convitto, e 2 anni e 6 mesi per Vincenzo Mazzotta, dirigente della Provincia dell’Aquila. Le accuse per entrambi erano di concorso in omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. È il primo procedimento della maxi inchiesta sui crolli della procura della Repubblica ad arrivare al giudizio definitivo.

In primo grado, il 27 dicembre 2012, Mazzotta era stato assolto, sentenza ribaltata in Appello, con appunto la condanna a 2 anni e mezzo, ora confermata. La quarta sezione penale della Cassazione ha ritenuto inammissibili i due ricorsi e ha confermato anche la condanna del ministero dell’Istruzione, quale responsabile civile, a risarcire le parti civili, rappresentate dai genitori di uno dei tre minorenni morti a seguito del crollo dell’ edificio, la cui costruzione risaliva a due secoli fa. In primo grado Bearzi era stato condannato anche all’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici oltre al pagamento di una provvisionale di 200 mila euro.

Anche per i giudici di Cassazione quindi il preside non ha mai sottoposto la vecchia struttura a restauri. Inoltre, non è mai stato redatto un piano per la sicurezza. Tra le accuse al preside, la mancata evacuazione dell’edificio durante le scosse che avevano preceduto quella delle 3.32 del 6 aprile 2009.

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