Sanitopoli

Appello Sanitopoli: concluse arringhe, 20 novembre sentenza

«Perché l’inchiesta Sanitopoli è stata solo contro Vincenzo Angelini e non su tutte le cliniche? La matrice del processo è viziata dalla posizione di Angelini che cerca di uscire indenne dalla situazione. Ma Angelini non è attendibile». Così l’avvocato Giuliano Milia, difensore di alcuni imputati nel processo d’Appello, all’Aquila, sulla Sanitopoli abruzzese.

Dopo il suo intervento in difesa di Ottaviano Del Turco, condannato a 9 anni e 6 mesi in primo grado e per il quale sono stati chiesti 6 anni in Appello, e degli altri suoi assistiti, gli imputati Lamberto Quarta, Sabatino Aracu e Silvio Cirone, l’arringa di Marco Femminella, legale di Camillo Cesarone, ha concluso l’udienza di ieri.

I prossimi appuntamenti in aula saranno il 13 novembre per le eventuali repliche dell’accusa e controrepliche, mentre il 20 novembre è prevista la sentenza.

Su Quarta, Milia ha evidenziato come «la lettura della sentenza dimostri che non è individuato un ruolo che abbia definito un comportamento capace di inserirsi attività arbitrarie contestate».

Anche Femminella si è concentrato sulla figura di Angelini: «è Nicola Trifuoggi – ha detto il legale in riferimento all’allora procuratore capo di Pescara, oggi vice sindaco dell’Aquila – a fargli i nomi dei cosiddetti predestinati, quando è stato fatto il nome di Aracu ha smentito di averlo pagato salvo poi confermarlo».

Il legale di Cesarone, condannato a 9 anni in primo grado, ha anche evidenziato «il clima difficile in cui si è celebrato il processo di primo grado».

Sempre sulle foto scattate da Angelini per documentare le presunte dazioni di denaro, «c’è una foto che è stata datata il 9 novembre 2007. Nell’immagine c’è il sole, ma controllando il sito Meteomont c’erano temporali forti e poi se Angelini va a casa di Cesarone, perché Del Turco lo dovrebbe ricevere a casa sua?».

Passaggio anche sugli orologi additati come prove di corruttela: «Ci si è attaccati agli orologi ed a un viaggio in Grecia da 1.500 mila euro. Non c’era nulla, si è cercato di trovarlo sugli orologi, ma in gran parte erano stati acquistati prima al fatto. Cercare i soldi a 360 gradi e non trovarli ha un significato».

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