L’Aquila deturpata, continua la cultura del non rispetto

Quando si dice essere innamorati della propria terra natia. La frase fatta suddetta, però, di certo non vale per chi, invece di ammirare la città che lo ha visto nascere o crescere, decide di deturparla e basta.

Una porta di un palazzo, nel pieno centro storico della città, a L'Aquila, sembra essere stata presa di mira, nella notte appena trascorsa, da un attacco folle di vandalismo.

La foto parla da sé: scarabocchi, dichiarazioni d'amore nei confronti della Tekno, un nome di donna che campeggia sul muro adiacente, linee diritte e ricurve che, nella realtà dei fatti, trasmettono solo un concetto: la mancanza di rispetto per il suolo cittadino.

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Il writing, o meglio noto come 'graffitismo', certo, è una forma d'arte riconosciuta a livello internazionale. Nulla da togliere o da criticare riguardo questo modo di disegnare o di esternare sensazioni intime, di fatti. Ma era così necessario, ci chiediamo noi, manifestare un proprio sentimento sull'uscio di una porta altrui appena restaurata? Troppo 'banale' l'utilizzare della carta con una bella penna nera?

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La foto circola da stamattina sul social network Facebook ed ha acceso gli animi degli aquilani della rete. Polemiche, malumori, maledizioni verso il writer di turno e parole grosse sono volate al tempo minimo di una condivisione virtuale. Chi porrà rimedio? Il risveglio amaro, in questi casi, alla luce del sole, tocca sempre a chi L'Aquila la vive di giorno, nell'incantevole sensazione che tutto stia rinascendo, di nuovo.

(g.c.)

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