
La ricostruzione di L’Aquila passa anche per le idee dei suoi centri culturali più attivi e produttivi. «In occasione del secondo forum organizzato dal GSSI su “L’Aquila del futuro”, siamo stati invitati come gruppo Rifiuti Zero L’Aquila a presentare un progetto che possa contribuire alla ricostruzione della città, intesa nel suo senso più ampio di rinascita anche culturale, sociale ed economica», così si legge in una nota divulgata dal Gruppo Rifiuti Zero L’Aquila.
«Il nostro gruppo è nato per stimolare istituzioni e cittadini verso una gestione dei rifiuti urbani virtuosa e responsabile: nonostante le promesse dell’amministrazione, infatti, la raccolta differenziata nel 2014 è ancora ferma al 32% e non esiste ancora nemmeno un centro di raccolta. Siamo consapevoli, e non da oggi, che il fenomeno della dispersione urbana, aggravatosi pesantemente in conseguenza della localizzazione del progetto CASE, rappresenta una criticità in generale per la gestione dei servizi pubblici, dall’assistenza socio-sanitaria ai trasporti alla raccolta appunto dei rifiuti urbani».
«Riteniamo d’altro canto che proprio in virtù di questa complessità sia indispensabile intraprendere la strategia RZ, che fondandosi su un forte investimento sul capitale umano e sulla flessibilità organizzativa piuttosto che su onerose e spesso irreversibili scelte impiantistiche, porta a soluzioni diversificate e adattabili alle esigenze di territori e cittadini. Una sfida, in cui potrebbe essere interessante “approfittare” delle competenze degli studenti e dei ricercatori di studi urbani che lo stesso GSSI ospita e che sono stati tra i protagonisti del forum del 10 luglio».
«Quanto al nostro progetto, pensiamo che sia importante diffondere e praticare esperienze virtuose e innovative a partire dai luoghi in cui si formano i cittadini e le cittadine del futuro: per questo abbiamo proposto di riprendere un’iniziativa già avviata nelle scuole di alcune città per realizzare “mense a rifiuti zero”.
Una mensa RZ recupera naturalmente i rifiuti organici attraverso “compostiere didattiche” che l’ASM potrebbe mettere a disposizione. Ma soprattutto previene la formazione di rifiuti, abbandonando le stoviglie in plastica usa-e-getta che spesso, non venendo nemmeno risciacquate, finiscono nel bidone dell’indifferenziato e quindi direttamente in discarica. È stato calcolato che per un singolo pasto si producono 35 grammi di plastica: considerate le migliaia di bambine e bambini aquilani che consumano il loro pasto a scuola, vuol dire oltre 1 quintale di plastica in un solo giorno! Che ovviamente bisogna acquistare e pagare per smaltire, inquinando l’ambiente in cui viviamo».
«Basta, allora, con la plastica usa-e-getta e, come è stato già fatto in altri comuni, dotiamo i giovani studenti aquilani di pratici contenitori (lunch box) lavabili e riutilizzabili. Un piccolo onere per le famiglie che dovranno curarsi di tenere pulite le “gavette”, che può essere incentivato con sconti sui buoni pasto e che viene comunque ripagato dalla consapevolezza di contribuire alla formazione di generazioni più attente all’impatto ambientale dei semplici gesti quotidiani».
«Ci auguriamo, e per questo ci attiveremo con l’assessorato competente, che quando il prossimo anno scadrà l’appalto per la gestione delle mense, questa proposta possa essere ricompresa nel nuovo bando. Intanto, crediamo sarebbe possibile attivare già con il prossimo anno scolastico una sperimentazione in una o più classi pilota», si legge ancora nella nota.
«Per l’esperienza e i contatti che abbiamo avuto in questo periodo, un primo test potrebbe essere avviato con l’Istituto Rodari che nell’anno passato con Action Aid ha dato vita al progetto #iomangiogiusto, sensibilizzando famiglie e studenti non solo al tema dello spreco alimentare, ma anche rispetto agli enormi consumi di plastica. Ma speriamo che anche altri istituti o singole classi vogliano aderire da subito alla nostra proposta per farla diventare al più presto una pratica consolidata nelle scuole cittadine. Come gruppo Rifiuti Zero siamo disponibili per tutto l’eventuale supporto», questa la conclusione.