Io non so se riuscirò

di Valter Marcone

Io vado a tentoni

tra didascalie delle lettere

e lettere come didascalie

appena scritte, verso dopo verso.

Io abbandono gabbiani e tramonti

e guardo oggetti veri

- non perché gabbiani e tramonti

non siano veri –

ma voglio dire più vicini: tazze da caffè

frullatori, piatti, calzini e cappelli.

Io vado a tentoni

e il secondo verso non so che dirà.

Io non so se riuscirò

a visitare le terre più vicine

d’un cuore appena appena percorso.

Scrivo per antipatia e oggi

fuggo dalla poesia, poesia riparazione del mondo.

Il raccoglimento di fine giornata

nel domicilio della lingua

mi sorprende,

ahi quando è vera questa terra

della non poesia.

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