San Massimo, la fiera dimenticata

140 banchi provenienti da tutta Italia per offrire prodotti di ogni tipo, un anello organizzato che parte da Via Castello e attraversa Piazza Battaglione Alpini, scende giù per Viale Gran Sasso. Questa la Fiera di San Massimo, patrono dell’Aquila, che si è svolta per tutta la giornata di oggi in città.

Un’organizzazione al completo frutto della collaborazione tra Fiva Confcommercio, Confcommercio e il Comune dell’Aquila.

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Qualcosa non è andato per il verso giusto. Lo dicono i commercianti a gran voce. «Poca gente, soprattutto in mattinata e poca voglia di fare acquisti».

Lo abbiamo chiesto anche ad Alberto Capretti, presidente Fiva, che è deluso per la poca affluenza.

Cosa manca a questa Fiera? «La crisi e forse anche la poca voglia di vivere la città. Sono deluso perché quest’anno c’è un’offerta vastissima. Abbiamo fatto pubblicità, più di questo non so cosa fare. Mi rammarico soprattutto per chi è arrivato da fuori con la certezza di vendere».

Gli ambulanti son venuti da tutte le regioni: dalla Puglia con i loro prodotti tipici, dalla Calabria con le specialità culinarie, c'erano gli immancabili romagnoli e marchigiani e poi i più vicini, accorsi dalle province, come Sulmona con i suoi confetti, Avezzano e i paesi limitrofi che hanno offerto le loro specialità artigianali e alimentari.

Aquilani, dove eravate oggi?

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[i]framar[/i]

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