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Sisma Nepal, il racconto di una abruzzese

C'è anche una ragazza di Pineto (Teramo) fra gli italiani sopravvissuti al terribile terremoto che lo scorso 25 aprile ha colpito il Nepal.

Sara Pavone, 28 anni, residente nella cittadina del teramano, è rientrata in Abruzzo da poco più di una settimana. La sua storia è di quelle che non lasciano indifferenti: in Nepal sarebbe dovuta rimanere per tre mesi e mai avrebbe immaginato che ad interrompere il suo viaggio sarebbe stata una catastrofe.

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«Ero tornata in Nepal con il mio ragazzo Pol, di nazionalità spagnola, con un visto di tre mesi per fare trekking e conoscere ancora di più la cultura nepalese, che tanto mi aveva affascinata in un mio precedente viaggio. Il trekking che volevamo intraprendere si sarebbe dovuto svolgere nell'area del Langtang ed Helambu, ma Pol aveva deciso di partire tre giorni prima per visitare la zona di Tamang mentre io aspettavo un gruppo di amici per partire il 24 aprile da Kathmandù. Al momento del terremoto io e Pol eravamo in due zone diverse: io mi trovavo nella Valle di Langtang a due ore da Syafru Bensi e ci saremmo dovuto incontrare a Rimche per continuare insieme. Il momento in cui la terra ha iniziato a tremare è stato preceduto da un silenzio irreale e poi di colpo un frastuono violentissimo: le scosse e le valanghe sono andate avanti per ore. Io e il gruppo, dopo varie vicissitudini, siamo riusciti a scendere a valle e a metterci in salvo a Bamboo dove abbiamo trovato riparo sotto un grosso masso. Ho creduto di morire e i giorni che sono seguiti sono stati durissimi, ma l'aiuto della popolazione nepalese è stato fondamentale. A Bamboo, insieme ad un gruppo di nepalesi e altri stranieri abbiamo creato un accampamento di emergenza in cui abbiamo condiviso davvero tutto. In tutto questo, per giorni non ho avuto notizie di Pol, non sapevo se fosse vivo o meno. Vi lascio immaginare il mio stato d'animo e tutto ciò che ho fatto per ritrovarlo. Fortunatamente, dopo sei giorni siamo riusciti a ricongiungerci a Dunche il villaggio dove ci evacuarono con il primo elicottero. Non dimenticherò mai l'aiuto che ci hanno dato ed è per questo che ancor prima di rientrare in Italia io e il mio ragazzo Pol abbiamo capito che saremmo tornati al più presto, in un modo o nell'altro ad aiutare questa gente - ha detto Sara Pavone al suo rientro in Italia - e per questo abbiamo dato vita a Ong "Living Nepal", con l'obiettivo concreto di raccogliere fondi che si distribuiranno direttamente ai villaggi devastati».

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