
«Per l’ennesima volta il nostro amato sindaco Massimo Cialente attacca i progettisti che, a suo dire, non hanno consegnato le integrazioni o che, addirittura, hanno avanzato progetti impresentabili. Peccato che giacciono negli uffici dell’USRA circa 4000 pratiche ormai da anni». Il presidente dell’Ordine degli Ingegneri dell’Aquila Elio Masciovecchio replica con nettezza a quanto affermato nei giorni scorsi dal Primo cittadino in merito alle difficoltà relative alla ricostruzione post sisma.
Non ci sta Masciovecchio a far passare i progettisti per capro espiatorio, piuttosto rilancia: «Ci sono le pratiche della vecchia filiera consegnate ad agosto 2011 ricoperte di polvere in quanto mai viste dagli istruttori USRA».
Serve raziocinio, secondo Masciovecchio: «Basta quindi, sindaco, di parlare alla “pancia” dei cittadini sostenendo che la “pagliuzza” negli occhi dei progettisti sia equivalente alla “trave” che risiede nell’amministrazione comunale». D’altra parte la volontà di un confronto aperto tra le parti, per gli ingegneri, è evidente: «Abbiamo più volte richiesto, negli ultimi mesi, incontri all’amministrazione comunale per segnalare e per contribuire alla risoluzione dei vari problemi senza aver mai ottenuto riscontro».
Masciovecchio incalza quindi Cialente con una serie di domande: «Dov’era, signor sindaco, quando i suoi uffici, per mancanza di organizzazione, hanno bloccato i SAL per mesi, quando è stato rimosso l’ottimo ingegner Vittorio Fabrizi e, per mesi, è mancato il principale referente tecnico, quando funzionari del Comune hanno cambiato regole senza consultare nessuno? Dov’è quando alle legittime domande dei cittadini e dei professionisti circa il tempo previsto per il rilascio di un Permesso di Costruire ci si sente dire “… almeno 6 mesi?” Basta sindaco».
Infine il vademecum di che cosa, per gli ingegneri, serve a rilanciare la città: «È ora che pensi di più a quello che tutti i cittadini, professionisti compresi, vogliono dal sindaco della Città dell’Aquila in tema di ricostruzione: modifiche alle Norme Tecniche di Attuazione del PRG che consentano, finalmente, di procedere a demolizione e ricostruzione degli edifici dichiarati privi di valore in Centro Storico; norme che consentano di rivitalizzare il Centro Storico mediante l’apertura a canoni concordati di attività commerciali in tutti quei bellissimi palazzi restaurati con i soldi della collettività; l’avvio della ricostruzione nelle frazioni; la semplificazione delle procedure; la totale trasparenza nelle pratiche di ricostruzione».
Il presidente dell’Ordine degli Ingegneri chiude con un’ultima annotazione: «È il caso di ricordare, caro sindaco, che i cittadini sono stati e sono liberi di scegliere i professionisti di fiducia nel rispetto delle convenzioni d’incarico sottoscritte».
«Abbiamo posto una questione ben precisa, ovvero che ci sono tecnici che ritardano nel consegnare le integrazioni loro richieste, impedendo, di fatto, di chiudere la pratica edilizia e di far partire lavori in molti edifici. Di fronte a questo il Presidente dell’ordine degli ingegneri preferisce scantonare con risposte diverse, eludendo il senso delle nostre affermazioni», controreplicano, in una nota, il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente e l’assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano.
«Ci siamo sempre assunti le nostre responsabilità – aggiungono – per fare in modo che la ricostruzione procedesse quanto più possibile spedita; con l’introduzione delle scadenze dei progetti da presentare, ad esempio, a partire da quelli classificati B secondo la scheda AEDES. Anche in quell’occasione ci fu la levata di scudi dei progettisti e se non avessimo avuto la mano ferma oggi non avremmo la periferia pressoché completata; ci saremmo, anzi, trovati a dover affrontare quelle pratiche che Masciovecchio denuncia come inevase (sono circa un migliaio non 4.000 – lascito della filiera) e che avrebbero potuto scegliere l’opzione con la nuova procedura, mantenendo l’ordine di presentazione, mentre invece hanno scelto, chissà perché, di non procedere ad una semplificazione della richiesta, passando alla scheda parametrica.
Rammentiamo, peraltro, agli smemorati, che il Comune, pur di mandare avanti le pratiche, ha persino assunto a propria responsabilità la verifica del progetto entro il 20% tra la richiesta e quanto giudicato ammissibile dalla filiera.
Inoltre, nella nuova legge si è chiesto di inserire delle norme di etica comportamentale che colpiscano proprio i tecnici che non integrano, che non redigono i SAL e che non presentano progetti completi come da normativa. Si è chiesto, ancora, che la vigilanza venga affidata proprio agli ordini professionali con una opportuna informazione sui loro siti anche relativamente al monte incarichi acquisito da ogni tecnico. Anche in questo caso, si è dovuto registrare un incomprensibile arroccamento delle categorie professionali, proprio nel momento in cui si chiede agli altri trasparenza e celerità».
«Vorremmo che si capisse, peraltro – sottolineano Cialente e Di Stefano – il fatto che abbiamo una forte e più volte denunciata carenza di personale e, a fronte di questa criticità, le pratiche incomplete aggravano il lavoro degli uffici, costringendoli più volte tornarvici sopra, senza poterle definire in modo compiuto.
È doveroso aggiungere che: il blocco dei SAL si è avuto solo con la vacanza di AE, tempo ampiamente recuperato; l’ingegner Vittorio Fabrizi ha cessato le sue funzioni solo per via di una sentenza del giudice, sui cui speriamo si faccia chiarezza, al fine di riavere un dirigente capace e stimato nella pienezza dei poteri; non abbiamo avuto nessuna vacanza dirigenziale in quanto l’avvocato Pirozzolo, l’architetto De Paulis e oggi l’architetto Santoro hanno assicurato la reggenza dell’ufficio, assolvendo ai compiti pur con un carico di lavoro eccessivo;
per diversi mesi il Sindaco si è privato del Segretario Generale, avvocato Pirozzolo, per assicurare una dirigenza all’USRA e colmare il vuoto lasciato da Aielli».
«In quanto al cambio delle NTA per il solo centro storico cittadino – aggiungono Cialente e Di Stefano – gli ingegneri sanno che laddove è possibile demolire (edifici incongrui o seriamente colpiti dal sisma) il Consiglio ha già dato le opportune direttive. Se invece si pretende di procedere in maniera scellerata, mettendo a rischio uno dei centri storici più belli d’Italia, come oggi ci viene giustamente riconosciuto, allora sappia che questa visione incontrerà sempre la nostra opposizione a difesa della bellezza e dell’identità della nostra città.
Le norme di rivitalizzazione dei centri storici, su iniziativa del Comune, sono contenute nella proposta di legge; senza una norma primaria è impossibile qualunque azione da parte dell’amministrazione civica. Sulla ricostruzione delle frazioni, infine, occorre rammentare la nostra polemica con il predecessore di Aielli alla guida dell’Usra e gli atti approvati, proprio perché le frazioni possano veder partire, in modo deciso, la ricostruzione dei loro centri storici».
«Da un giovane dirigente – concludono il sindaco e l’assessore Di Stefano – ci aspettiamo che possa vergare il
proprio mandato con atti di rottura sulle consuetudini che regnano in consessi circoscritti e non già che ripercorra vocaboli desueti che certamente non aiutano a fare la storia di questi luoghi».