
di Claudia Giannone
Conferenza stampa dai toni alti per il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente e l’assessore al Turismo Lelio De Santis, in relazione alle recenti nomine del direttivo della Comunità Parco Gran Sasso e Monti della Laga. Nella riunione tenutasi qualche giorno fa, infatti, sono state completate le decisioni sul comitato direttivo, ma la posizione del Comune dell’Aquila in questo ampio quadro regionale è stata a dir poco marginale: nonostante la richiesta da parte del capoluogo di inserire una presenza all’interno del comitato, le risposte non sono state di certo positive, anzi.
«La nostra richiesta – ha affermato De Santis – è stata totalmente rigettata. Siamo di fronte ad una provocazione politica: la decisione è stata assunta da soli ventitré presenti su cinquantotto membri, di cui sei hanno espresso il proprio voto per delega. Il nostro primo passo sarà quello di impugnare gli atti dell’assemblea, ma anche delle precedenti, per evitare la possibilità di questo tipo di voto».
Immediato il ricorso al Tar per l’annullamento della decisione e già pronta la segnalazione da inviare al ministro, oltre a varie valutazioni su quello che è l’attuale presidente, che, secondo le parole dell’assessore, avrebbe «impugnato questo incarico come fosse di marginale importanza, mentre si tratta di uno strumento fondamentale per lo sviluppo del territorio e per la sua tutela attiva».
«La situazione – ha proseguito – non è limitata all’assemblea, ma è generale. Ci sono stati due limiti: uno di carattere tecnico-amministrativo, relativo al procedere nelle nomine e nelle assegnazioni, l’altro di tipo politico, poiché ci sono persone che si accontentano di semplici spartizioni all’interno di questo ambito».
Non meno dure le parole del primo cittadino, che affronta la questione anche da un punto di vista storico, riportando alla memoria quelle che furono, anni fa, le modalità attuate per le decisioni relative alla presidenza della Gran Sasso Acqua. «Qui, abbiamo avuto due problemi: di forma e di politica. Esistono regole, come le deleghe, al di fuori delle quali non si può andare e sono stati accontentati solo coloro che hanno alzato la voce. Quando il Comune dell’Aquila rinunciò alla presidenza della Gran Sasso Acqua a favore di Acciano, ci fu un dibattito, mentre qui si è trattato di un gioco al chiuso su nessuna base politica».
«Da parte nostra – ha aggiunto il sindaco – ci sono sempre stati motivi di confronto, ma la risposta ci è stata data con scarsa attenzione. Non hanno interesse nei nostri confronti, ma noi vogliamo che si torni a parlare di politica con un confronto vero e che si proceda con un piano territoriale che ormai manca da quattordici anni».
A questo punto, il Comune dell’Aquila sarà costretto a spostare le proprie battaglie all’interno delle aule della giustizia amministrativa, per la propria fiducia nell’ente, per procedere con l’annullamento delle decisioni prese nell’ultima assemblea.