Le strade e i servizi della vergogna

8 febbraio 2015 | 14:02
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Le strade e i servizi della vergogna

di Fulgo Graziosi

Basta una piccola pioggia, o una breve nevicata, per paralizzare la vita della città che, a tutti i costi, vorrebbe fregiarsi del titolo di “Città d’Arte”. Ma, di quale arte vogliamo parlare? Della disattenzione. Della trascuratezza. Della sporcizia. Ci riempiamo la bocca di tanta presunzione e non siamo capaci di osservare quello che quotidianamente avviene sotto i nostri occhi. Nessuno si accorge che le strade sono sporche e che non viene effettuata la minima pulizia dei piani viabili. Le foglie cadute nella stagione autunnale restano sulla strada a marcire, costituendo un pericolo pubblico per la viscidità che generano. Se non intervenissero provvidenziali acquazzoni, resterebbero per terra fino alla completa disintegrazione.

È vero che l’acqua piovana toglie foglie e sporco di ogni genere dai piani stradali. È altrettanto vero, però, che tutta questa fanghiglia intasa i chiusini di raccolta della acque piovane. La maggior parte di essi resta ostruita per anni. Le strade, piene di buche formatesi per la mancanza di manutenzione ordinaria, diventano dei veri e propri percorsi di guerra. Con l’acqua le buche non si notano e l’automobilista se ne accorge soltanto quando ci finisce dentro, correndo il rischio di spaccare pneumatici e sospensioni. Le strade assumono la caratteristica di impetuosi torrenti, perché le acque di superficie e di scolo non riescono a defluire diversamente. Infatti, le caditoie non assorbono e le bocchette di scolo poste ai margini della carreggiate sono completamente ostruite. Alcune di esse, tra l’altro, sono posizionate ad una quota inferiore a quella del terreno circostante.

Ammesso che possano funzionare, non si capisce dove dovrebbero scaricare le acque, perché, oltre alla diversa quota, non esistono ai margini delle strade le cunette di raccolta e smaltimento. Viaggiare con l’automobile a L’Aquila in presenza della pioggia o della neve è assolutamente proibitivo. È ancora più rischioso per i pedoni anche per la ineducazione dei conducenti. Essi, in presenza di un fiume d’acqua, dovrebbero ridurre la velocità al fine di non inondare i pedoni. È una questione di civiltà anche questa.

In alcune strade, abbastanza scoscese, le griglie di raccolta delle acque piovane sono state posizionate nella parte più alta, mentre l’acqua scorre sempre in quella più bassa. Perciò, le acque invadono l’intero piano stradale e scorrono liberamente acquistando sempre più velocità, travolgendo tutto ciò che incontrano. Nel periodo invernale, poi, le acque gelano nel corso della notte e la mattina le strade si presentano come lastre di vetro. Sono impercorribili con qualsiasi mezzo, a meno che non siano state montate le catene, utili solo per qualche centinaio di metri. I contribuenti acquistano il sale e lo spargono se vogliono raggiungere il posto di lavoro, la scuola,l’Ospedale e gli Uffici pubblici.

Vorremmo fornire solo qualche esempio. Provate a percorrere la bretella che collega la SS. 80 con la SS. 17 nei pressi del Lago Vetoio. Nella zona più depressa non esistono caditoie di sorta. Gli argini sono più alti dell’asfalto. Si forma una pozzanghera che invade tutta la carreggiata, raggiungendo un’altezza, a pelo d’acqua, di oltre trenta centimetri. Lo stato di pericolo che si crea è veramente grave, poiché molti giovani provano gusto ad attraversare la pozzanghera a tutta velocità, con il pericolo di sbandare e andare a cozzare contro le automobili che viaggiano in senso contrario. Nei pressi dell’aeroporto, all’incrocio con la provinciale per Preturo, il piano stradale è totalmente sommerso da acqua e fango. Sul tratto che costeggia la pista, in prossimità del secondo cancello, è stato costruito un muro di sostegno che ha consentito la realizzazione di due accessi al sovrastante capannone. Sui predetti accessi non sono state apposte griglie di raccolta delle acque e le stesse vengono a scorrere sulla piattaforma stradale, coprendo l’intera carreggiata per un’altezza considerevole.

D’inverno ristagnano e gelano, creando seri pericoli per gli utenti della strada. Il Viale delle Fiamme Gialle, durante la pioggia, assume tutte le caratteristiche di un vero e proprio naviglio, con un punto di aggravio in corrispondenza dell’ultimo ingresso alla Scuola della Guardia di Finanza. Il piano della strada che da Pettino conduce alla Regione è totalmente sconnesso e, in corrispondenza del cavalcavia autostradale, si allaga nel punto più depresso. Abbiamo voluto fornire soltanto qualche esempio. Di casi come questi ne esistono diversi.

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