Politica

Riforma Delrio, le Province abruzzesi reclamano i servizi

Si è svolta oggi la riunione dei componenti dell’Osservatorio regionale sulla riforma Delrio istituito presso la Regione Abruzzo, un tavolo tecnico-politico impegnato dallo scorso novembre nell’elaborazione di un piano di riordino delle funzioni che la legge Delrio non attribuisce più alle Province e che impone alla Regione di riorganizzare, su base territoriale, salvaguardando i livelli qualitativi dei servizi.

Aspetto, questo, ribadito dai quattro Presidenti delle Province abruzzesi preoccupati della sostenibilità di servizi essenziali erogati a beneficio dei rispettivi territori e che invece rischiano una battuta di arresto inevitabile a causa dei provvedimenti di natura finanziaria che si sono abbattuti sul comparto province, dal taglio di 1 milione di euro confermato nella legge di stabilità 2015 al mezzo milione del decreto 66/2014, senza contare l’impasse di avviare le procedure di mobilità del personale competente e qualificato.

L'AQUILA - «Alla Regione ribadiamo la priorità dei servizi – dichiara il presidente dell’Unione Province Abruzzesi e della Provincia dell’Aquila, Antonio Del Corvo – che non vogliamo interrompere né per mancanza di risorse né per mancanza di personale. Per questo chiediamo di individuare una scala di priorità delle attività da non sopprimere per mere ragioni di copertura finanziaria. Uniamo le risorse reciproche per evitare disservizi e poi ragioniamo sul resto, fermo restando che per non incorrere in errori del passato le funzioni da riconferire alle Province devono configurarsi come deleghe piene. Sia chiaro che le Province abruzzesi non sono in grado di sostenere da sole le spese necessarie per le funzioni,oggi, non più fondamentali e questo sin da marzo. Altra partita è quella del personale – aggiunge Del Corvo – dove l’obiettivo della riduzione imposta dalla legge di stabilità nella misura del 50%, con lo sforzo e l’impegno di tutti i livelli di governo è raggiungibile al netto dei prepensionamenti, del personale addetto ai centri per l’impiego e politiche attive del lavoro e della polizia provinciale oggetto di separata riforma. Il personale prima di tutto sarà trasferito in altri enti, a partire dalle regioni e dai comuni, seguendo le funzioni come principio di base, altrimenti troveranno spazio negli uffici statali territoriali e nei tribunali dove il supporto regionale è importante. Vogliamo far capire alla Regione che ci sono dei servizi svolti dalle Province che hanno ricadute notevoli sul territorio, mi riferisco alle attività produttive e ai servizi sociali. Facciamo una scelta e facciamola insieme, Regione e Province, unendo le forze e senza attendere i tempi del Governo».

TERAMO - Chiaro il presidente Di Sabatino: «la disponibilità economica della provincia di Teramo, nonostante gli sforzi che stiamo mettendo in campo, non è sufficiente per garantire a lungo il trasporto disabili e l’assistenza educativa. Ecco perché il piano della discussione non può limitarsi esclusivamente ad una questione di numeri, ma di scelte. Possiamo trovare una strada in cui tutti facciamo la nostra parte».

CHIETI - Preoccupato per i servizi anche il presidente Mario Pupillo: «la Provincia di Chieti è messa peggio delle altre sul profilo contabile, siamo in piano di riequilibrio finanziario e abbiamo il problema del trasporto disabili e dell’assistenza ai ciechi e sordi che non potremo garantire con le nostre sole forze oltre il 28 febbraio. Abbiamo bisogno di un aiuto dalla Regione per arrivare a fine giugno».

PESCARA - «La Regione – ha dichiarato il presidente della Provincia di Pescara, Di Marco - deve calendarizzare a stretto giro la riunione conclusiva, affinché si stabiliscano funzioni, risorse e personale eventualmente trasferibile negli uffici regionali. Noi presidenti stiamo lavorando instancabilmente per far sì che ci sia la massima sintonia con la Regione e con le aspettative dei dipendenti delle Province. Attendiamo con ansia la circolare del governo che ci illustri come agire».

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