Attualità

L’Aquila, Comune rimuove striscioni dei tifosi

di Claudia Giannone

Continua ad allargarsi la frattura tra il Comune dell'Aquila ed i Red Blue Eagles: lo storico gruppo ultras del capoluogo abruzzese, con parole di fuoco comunicate attraverso una nota, ha fatto sentire la propria voce, senza cercare di limitare la rabbia dinanzi ad un fatto che ha dell'incredibile.

Periodo nero, dunque, per la curva aquilana: dopo le discussioni con le Forze dell'Ordine in occasione dell'incontro casalingo con la Carrarese, i supporters avevano deciso di restare fuori dalle mura dello stadio, a causa di alcuni problemi riguardanti uno striscione a favore dei diffidati tornati dopo tre anni. Ed ora, la goccia che ha fatto traboccare il vaso: due gli striscioni affissi in città, uno sulla sentenza di secondo grado del processo alla Commissione Grandi Rischi, l'altro in occasione dell'anniversario della morte di Gabriele Sandri, ma ora nessuna traccia. È il gruppo stesso a spiegare, nella nota riportata di seguito, cosa è avvenuto.

«Nella giornata di ieri, giovedì 13 novembre 2014, un atto di vero e proprio dispotismo e censura è stato attuato nei nostri confronti, volto a chiuderci la bocca e a soffocare il nostro pensiero, calpestando l'inviolabile diritto della libertà di espressione.

Sono stati rimossi i nostri due striscioni, attaccati in città, nell'abituale location della rotatoria nei pressi dello stadio e nella zona di Piazza D'Armi. Il primo era dedicato alla memoria di un ragazzo che a soli 26 anni ha perso la vita per mano dello Stato, ebbene sì, lo stesso Stato che assolve se stesso e che si colloca al di sopra e al di fuori della legge, come accaduto nella vergognosa sentenza di appello del processo 'Grandi Rischi' (tema del nostro secondo striscione).

La cosa assurda è che a far rimuovere i nostri striscioni sia stato il Comune, lo stesso Comune che per bocca del sindaco ha dichiarato, subito dopo la sentenza del processo alla Commissione Grandi Rischi, che 'è stata riaperta una ferita'. Cosa ancora più grave, che l'ordine sia partito da un 'aquilano', il dirigente del Settore Risorse Finanziarie Fabrizio Giannangeli, che con questo suo sconsiderato gesto ha avuto una totale mancanza di rispetto nei nostri confronti e nei riguardi di tutti i parenti delle vittime del terremoto che ancora sperano di avere giustizia, oltre ad aver dimostrato scarsa sensibilità e mancanza di buon senso.

In tanti anni, è la prima volta che ciò accade e non ci si venga a dire che dovevamo chiedere i permessi per l'affissione (cosa che non abbiamo mai fatto). Se proprio si ha il misero coraggio di nascondersi dietro questa pretestuosa motivazione, è doveroso ribadire con forza che non tollereremo più che ciò accada nell'immediato presente, come in un prossimo futuro.

Non vi permettete mai più!».

(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});

(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});

leggi anche
ucraina guerra Foto ANSA
Camere con vista
Ucraina, tra Draghi e Conte è guerra sull’invio delle armi