
di Gioia Chiostri
Serrare i sogni ai ragazzi o chiudervi nei cuori gli orizzonti altrettanto sognanti è una pratica che si addice al tempo presente. Ma non al sano sport abilitativo e abilitato dell’Arbitraggio. Tanti i cuori che battono all’unisono, ma poche le anime che, in fondo, sentono un’unica melodia corroborante e decidono di affidarsi a lei completamente. Chiamata allo sport regolamentato dell’Arbitraggio agli sgoccioli per la vivace Sezione dell’A.I.A. ‘Giacomo Ferri’ di Avezzano. Il 31 ottobre venturo, di fatti, sarà il giorno ultimo per poter presentare formale richiesta di ingresso al vivaio delle giacchette nere marsicane. Un esercito, quello degli arbitri di Avezzano, propositivo, positivo e ogni anno più attivo, a quanto affermato dallo stesso presidente, Alfredo Leonetti, che apre le porte del ‘tempio’ arbitrale a[i] IlCapoluogo.it[/i]. Le potenzialità sono ancore nel fondo di un mare adolescente in tempesta. Spetta a chi quel mare l’ha navigato già a vele spiegate, scovarle e riportarle alla luce di un tiepido sole paterno.
{{*ExtraImg_220388_ArtImgCenter_500x333_}}«Anche quest’anno – afferma – la famiglia dell’Arbitraggio è cresciuta a dismisura. Ogni anno, noi dirigenti, cerchiamo di portare nella Marsica la bandiera di uno sport che giudicherei, a tratti, diverso ed estremamente educativo. L’arbitraggio, per molti ragazzi, diventa quasi più di un hobby, direi una missione. Li aiuta a credere di più in sé stessi e a non fermarsi di fronte alle numerose difficoltà quotidiane. Arbitri, poi – dice sorridendo – lo si è per tutta la vita. Una volta fischiato il primo fallo, infatti, la radice del ‘gioco pulito’, o quantomeno sognato come tale, punta i piedi per terra nei cuori degli aspiranti allievi. Ed ecco che anche per loro comincia la dura salita della sfida con sé stessi».
{{*ExtraImg_220380_ArtImgRight_373x500_}}Il 2014, per gli arbitri di Avezzano, è incominciato col raduno di inizio stagione organizzato a Villetta Barrea – una località nostrana mozzafiato – dove i circa 40 ragazzi del gruppo attuale degli OTS, ha potuto gustare della compagnia dei propri colleghi e delle lezioni teoriche indette dai ‘guru’ del settore, come il presidente del CRA, Angelo Giancola. Piccola curiosità storica ma tenuta serbata entro le mura del quartier generale ‘G. Ferri’, il giornale degli arbitri marsicani, ovvero il ‘Black Magazine’, rivista ‘tecnico-goliardica’, come la giudica il presidente stesso. Gli arbitri si travestono anche da giornalisti quindi? Perché raccontare l’arbitraggio e non solo cimentarsi in esso? «Questo è un giornalino periodico che mandiamo in stampa ogni due mesi, una sorta di simbolo del nostro gruppo e della nostra rinnovata famiglia. Il ‘Black Magazine’ è un esperimento, certo, ma ha insito il sesto senso del voler mettersi continuamente alla prova. Vi sono articoli scritti dai ragazzi, alcuni anche goliardici, altri tecnici, il più delle volte vi sono scritte e quindi affermate delle storie: quelle di chi sceglie di indossare una divisa e va a crescere in mezzo al campo verde di battaglia. L’edizione corrente è la numero uno del 2014; abbiamo deciso di battezzarla con la cronaca dell’esperienza avuta a Villetta Barrea: davvero un incontro di gambe e menti unico. Questo giornale è stato fondato da Stefano Calabrese e io ho voluto continuare questa tradizione. La redazione è giovane; mi son detto: si parla tanto di ricambio generazionale oggi, perché non farlo in un microcosmo quale quello della sezione degli arbitri? La redazione è attualmente formata da Mattia Gallese, Diego Carnevale e Federica Montaldi, diretti dall’arbitro Fabio Malandra. I ragazzi arbitrano la seconda categoria, per ora, mentre la donna è la giacchetta nera degli allievi regionali». Quella dello spirito di gruppo è un’altra delle coccarde appuntante al petto della sezione marsicana. «I raduni servono proprio a questo: ossia cementare bene fra di loro un’amicizia certo spontanea ma, a tratti, forzata, visto che si ritrovano per cause di forza maggiore ad allenarsi assieme tre volte a settimana allo Stadio dei Pini, ad Avezzano. I quattro giorni a Villetta Barrea li hanno amalgamati ancora di più».
{{*ExtraImg_220387_ArtImgLeft_373x500_}}Nella sezione di Avezzano, inoltre, come in tutte le altre sezioni d’Arbitraggio attive in Abruzzo, non si confeziona solo il destino dell’arbitro di calcio ad 11. «Anche il ruolo dell’assistente – spiega Leonetti – è un impegno non indifferente, che, spesse volte, può affacciarsi anche per caso sulla strada tutta da percorrere di alcuni dei miei ragazzi. L’assistente è prima di tutto un arbitro, che successivamente, per una questione di opportunità o di età, decide di indossare panni differenti ma per così dire fraterni. Io stesso feci l’arbitro fino al livello interregionale per poi rinnovarmi come assistente, superando un corso, in serie C. Per diventarlo, occorre superare una prova di qualificazione, propedeutico a quella che interessa l’arbitro stricto sensu. Questo perché, a livello tecnico, vi sono delle rifiniture da dover ottenere che l’arbitro non ha, giustamente. Anche se, torno a ribadire, è sempre l’esperienza la vera maestra di vita in casi del genere». Il raggiungere la vetta più cerulea dell’arbitraggio non è mai stato metaforicamente identificato con l’atto di una passeggiata in pianura. «Molto spesso i traguardi che i ragazzi si impongono da arbitri non si vedono arrivare. Invece, paradossalmente, li raggiungono nel ruolo dell’assistente. E’ una sorta di seconda chance per chi continua ad avere nel sangue l’amore per il gioco del calcio, ma con l’occhio critico di un attento osservatore».
«Senza scordarsi – aggiunge il presidente della Sezione ‘G. Ferri’ di Avezzano – della grande carriera possibile nel Calcio a 5». Gli arbitri, di fatti, possono contare su innumerevoli terreni di gioco e di scontro. Il calcio a 11 è lo sport calcistico nel senso più generico e conosciuto del termine. Il calcio a 5, invece, è una realtà ovviamente non da onnivori, ma di un gusto prelibato, che non tutti scelgono di assaggiare. «Eppure risulta essere un magnifico banco di prova. Noi della sezione avezzanese abbiamo ben tre atleti che arbitrano in serie A, all’interno della cornice del Calcio a 5 e contiamo anche un osservatore nello stesso quadrato di gioco. Ma ciò che è davvero degno di nota, è che una di questi tre arbitri è una donna, Laura De Amicis: un grande orgoglio per me e tutta la dirigenza. Gli altri arbitri, Massimiliano Palombi e Fabio Malandra e l’osservatore Rosino Tatti, ossia colui che va a visionare gli arbitri con lo scopo di giudicarli alla fine di ogni match sono medaglie al valore per Avezzano. A livello nazionale, se si è stati arbitri di una categoria nazionale di calcio a 11 e, malauguratamente, si è stati dismessi dal ruolo, si può fare il corso di qualificazione per divenire assistente sempre e solo nella categoria superiore. I corsi nazionali hanno luogo o a Coverciano o a Roma, mentre i corsi a livello sezionale si allestiscono qui, in Sezione. Il calcio a 5, inoltre, in Abruzzo va moltissimo anche perché la Regione può contare su squadre e società da serie A, quali Pescara o Montesilvano, vincitrici anche di difficili campionati. Senza contare le grandi prestazioni della Nazionale italiana di Calcio a 5, un fenomeno sportivo e umano».
Il Calcio a 5 prevede una qualificazione ulteriore, a livello di arbitraggio. «Il regolamento – spiega Leonetti – è molto differente da quello del calcio a 11. Ad esempio, nel calcio a 5 esistono i falli cumulativi, cosa che nel fratello a 11 non v’è. Il regolamento si accosta molto a quello del Basket, anche se la base è calcistica». La figura dell’arbitro, quindi, può godere di un’ampia gamma di futuri prossimi perfettibili. «Abbiamo inoltre quasi ultimato le consuete visite informative all’interno delle scuole di Avezzano. Ad oggi, abbiamo già raccolto 70 adesioni, una sorta di preiscrizioni, visto che per l’iscrizione ufficiale è necessario un secondo contatto e un ulteriore scambio di dati con i ragazzi interessati. Il corso, ufficialmente, incomincerà i primi di novembre, anche se la data è ancora da decidere. Contiamo sempre di concluderlo prima delle festività natalizie, cosicché i ragazzi possano maturare la qualificazione da arbitro prima di Natale. Ad oggi, abbiamo visitato L’Istituto tecnico commerciale ‘G. Galilei’, il Liceo scientifico ‘V. Pollione’, l’Istituto tecnico per Geometri ‘L. B. Alberti’, l’ITIS ‘E. Majorana’, l’Istituto tecnico agrario ‘A. Serpieri’ e il Liceo psico-pedagogico ‘B. Croce’. Per quanto concerne la percentuale di donne interessate all’Arbitraggio, «quest’anno ha raggiunto il 30% delle adesioni totali. Un buon numero, quindi. Senza contare che le donne, se cominciano, non abbandonano certo il campo di battaglia. Sono sempre più convinto – dice – che la determinazione abbia un’anima al femminile. La stessa Federica Montaldi è un nostro diamante grezzo: ha delle prestazioni atletiche davvero eccezionali e in campo non lesina grinta e volontà».
Fra cartellini gialli e rossi, scarpini corrotti dal prato delle sfide e occhi sbircianti nella feritoia di una possibilità di successo in più, gli arbitri di Avezzano maturano. Variopinti gli stimoli che derivano dagli angoli del rettangolo verde. «Ogni ragazzo che cresciamo – conclude Leonetti – cerca sempre di imitare i migliori. L’anno appena iniziato spero sia simile a quello passato perché davvero abbiamo avuto molte soddisfazioni. Gli stessi progetti Uefa di ‘Talent e Mentor, tanto per il Calcio a 11, quanto per quello a 5, hanno, fra i partecipanti, ragazzi del nostro vivaio. Ciò che spero di intraprendere quest’anno, è sicuramente, un processo di svecchiamento generale. Ci servono energie nuove, giovani e volenterose. I ragazzi, soprattutto i più giovani, dai 15 ai 17/18 anni, sono come dei figli, in sezione. Noi ‘grandi’ li cresciamo come fossero eredi di un sapere ancestrale. Loro, nella veste di giovani talenti, sicuramente andranno a cogliere i dettami di una volta, ma con l’occhio che mira in avanti». Prossimo appuntamento, da appuntare al chiodo della bacheca sportiva, è l’incontro tecnico di metà novembre: «andremo a vedere una partita di settore giovanile tutti assieme e poi verremo qui in sezione per fare il resoconto. Li divideremo in gruppi e esamineremo la loro lente critica. L’obiettivo è quello di far tirare loro fuori anche lo spirito dell’osservatore e cercare di esaminare, quindi, ogni aspetto della prestazione arbitrale vista da loro stessi in campo. Devono diventare i primi osservatori di loro stessi: questa consapevolezza è un qualcosa in più da ottenere che, senza dubbio, li aiuterà quando scenderanno nuovamente in campo». A gennaio, poi, vi sarà un raduno di due giorni basato sulla riproposizione dei test atletici.
Le lezioni utili per ottenere l’abilitazione da arbitro di calcio si terranno presso la Sezione di Avezzano tre giorni a settimana – lunedì, mercoledì e venerdì – dalle sei di pomeriggio sino alle ore otto di sera circa. Il corso dura quattro o cinque settimane al massimo con lezioni anche vertenti su argomenti specifici. Concluso il corso, vi sarà l’esame finale. Esso è aperto a ragazzi e ragazze che abbiano già compiuto i 15 anni di età. L’età massima per entrare nel gruppo, invece, è di 35 anni. La parte atletica è quest’anno curata dal referente atletico regionale e sezionale nonché collaboratore e referente atletico del Cra, Fabrizio Malandra. Gli allentamenti avranno luogo il martedì, giovedì e il venerdì, ma il Polo di allenamento – lo Stadio dei Pini – è già aperto alle nuove leve. «L’arbitro di calcio è sempre visto come la pecora nera del rettangolo verde. Solo, in mezzo al campo, ha alle sue spalle però una famiglia unitissima quale quella che fa capo ad una delle varie sezioni presenti a livello locale, regionale e nazionale. Io cerco sempre di porre in primo piano il lato umano. I ragazzi, prima di tutto, devono sentirsi parte di una famiglia, certo immensa poiché erede e mamma di tante annate di successi. In secondo luogo, pongo la bellezza di una scelta: quella di scavare dentro il proprio carattere ancora acerbo e trovarvi l’umiltà di uno sportivo e l’ambizione di un soldato con medaglia al valore».