Attualità

Consiglio comunale sulla sicurezza, una farsa

Il consiglio straordinario sulla sicurezza finisce a scranni vuoti. Il confronto sul delicato argomento termina con l'uscita dei rappresentanti delle forze dell'ordine, poi i giochi politici hanno il sopravvento e, «a fronte del concreto e costruttivo contributo delle massime autorità istituzionali competenti (che qualche prurito hanno indotto nel Sindaco per le osservazioni al suo operato) - scrive L'Aquila che vogliamo in una nota -, dopo un confronto serio che ha visto protagoniste tutte le parti politiche e non partecipanti all’assise, è stato messo ai voti quello che doveva essere lo strumento amministrativo adeguato a quanto rilevato e discusso.

Purtroppo però il frutto di tanto buon lavoro è stato meschinamente condizionato quando, appena usciti dall’aula i rappresentanti delle autorità intervenute, si è innescato in modo volgare e irrispettoso il classico gioco delle parti che, ancora una volta, ha fatalmente disconnesso la piccola politica dal problema in questione e quindi dai cittadini.

In questo clima, che aveva a che fare più con una farsa che con una assise di governo cittadino, si è arrivati alla votazione con distrazione e disinteresse; ciò ha irrimediabilmente finito per incidere, oltre che sull’etica e sull’estetica del luogo democratico, sui contenuti del documento che ovviamente è il risultato confuso e privo di efficacia di questo contesto.

Per questi motivi L’Aquila che Vogliamo, attraverso il suo rappresentante in Consiglio Communale, Vincenzo Vittorini, non ha potuto, suo malgrado, concludere degnamente, con il voto, il lavoro fatto per tutta la giornata. Non è stato possibile avallare un documento che ha stravolto in modo becero tutto il ben fatto.

Questi sono i motivi per cui L’Aquila che vogliamo ha deciso di rimanere in aula per il voto e di astenersi palesemente dall’approvazione di un atto ormai redatto solo per l’apparenza e privo di ogni utilità pratica.