
«Io rispetto la legge. Il ministro Alfano ha preso la decisione giusta. I sindaci non possono sostituirsi alle normative nazionali con ordinanze che sarebbero illegittime o addirittura in contrasto con la Costituzione».
È quanto dichiara il sindaco di Chieti Umberto Di Primio, delegato Anci ed esponente del Nuovo Centrodestra, in merito all’annuncio del ministro dell’Interno della circolare ai prefetti per annullare le trascrizioni dei matrimoni gay contratti all’estero.
«Condivido la ratio del provvedimento – prosegue – anche se a Chieti non ce ne sarà comunque bisogno. I matrimoni sono tra un uomo e una donna, come prevede la nostra Costituzione. Altra cosa è il riconoscimento dei diritti civili alle coppie omosessuali. Tema che merita certo un approfondimento, ma sempre in ambito privatistico, e la cui competenza è parlamentare. Posizioni, queste, che ho avuto modo di esprimere anche in sede Anci. E non per questo ritengo che la mia città sia meno aperta o accogliente di altre. Se questi sono i parametri di alcuni miei colleghi sindaci – conclude Di Primio – allora forse è da rivedere tutto il sistema delle amministrazioni locali».
Non tarda ad arrivare la replica di Arcigay della Provincia teatina. Claudio Minetti, presidente Arcigay Chieti “Sylvia Rivera” risponde, in una nota, al sindaco Umberto Di Primio a proposito delle sue recenti dichiarazioni a seguito della circolare del ministro Alfano rivolta ai prefetti affinché intervengano per cancellare le registrazioni di matrimoni contratti all’estero effettuate presso alcuni municipi italiani.
«Il Sindaco, nel dichiararsi d’accordo ed appoggiando l’iniziativa del Ministro scrive Minetti – si appella alla Carta Costituzionale affermando, di fatto, che la nostra Costituzione definirebbe una diseguaglianza di trattamento dei cittadini in base al loro orientamento sessuale; affermazione davvero triste, oltre che giuridicamente molto discutibile, alla luce delle più recenti sentenze della Corte costituzionale: Suprema interprete della Carta fondamentale. La Consulta ha, infatti, invocato doverose tutele nei confronti delle coppie formate da persone dello stesso sesso. A fronte di tanti episodi discriminatori cui ogni giorno bisogna assistere – prosegue l’Arcigay Chieti – occorre rimarcare lo slancio a tutela delle minoranze fortemente voluto dai Padri costituenti».
«Mai si dimentichi che il secondo articolo della nostra Costituzione pretende che vengano garantiti ‘i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità’. Tra queste, evidentemente, vi è anche la coppia omosessuale: Consulta docet. Ebbene – conclude Minetti – Arcigay Chieti condanna fortemente l’atteggiamento sprezzante del Sindaco che liquida l’amore tra persone dello stesso sesso come una pratica burocratica da sbrigare al pari di un contratto di affitto o di noleggio».