Marsica

Hospice Pescina, 75 ricoveri in un anno

A Pescina (L'Aquila), in poco più di un anno, la ‘casa’ sanitaria della Asl, «pensata per dare il massimo di affetto e umanità agli ospiti», ha ricoverato e assistito più di 75 pazienti non più curabili. A renderlo noto è la Asl dell'Aquila, in riferimento all’hospice per cure palliative, «un modello di assistenza incentrato su dignità e sostegno psico-sanitario ai malati terminali», collocato nell’edificio del Pta (presidio territoriale di assistenza che comprende, tra l’altro, anche l'ospedale di comunità) di cui è responsabile la dottoressa Anna Maria Franchi.

La Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila è in pole position nell’adozione di questa recente forma di assistenza gratuita con 2 strutture, l’altra è all’Aquila, sulle 6 complessivamente esistenti in Abruzzo.

{{*ExtraImg_218985_ArtImgRight_300x225_}}A Pescina il Centro per cure palliative, attivato nel giugno 2013, è ubicato al terzo e quarto piano del Pta, nei locali dell’ex ospedale. L’hospice, di cui è responsabile la dottoressa Emma Cornelio, dispone di «un’équipe (medico, psicologo e assistente sociale), camere di ricovero ad alta qualità alberghiera (con stanze ad uso singolo e un letto per gli accompagnatori-congiunti), tv e cucina ‘fai da te’ dove, di propria iniziativa, malato e familiari possono preparare cibi diversi dal menu stabilito per i ricoverati». Al posto dei pasti distribuiti dal personale, ospiti e congiunti possono approntarsi piatti ‘personalizzati’ oppure, per esempio, prepararsi tisane. L’idea che ispira l’hospice, infatti, è quella di «ricreare il più possibile l’ambiente domestico, con la presenza e il calore delle persone care».

«Una casa ‘familiar-sanitaria’ - spiega la Asl - che si inserisce lungo l’asse ospedale-territorio e Adi (assistenza domiciliare integrata), con l’obiettivo di sostenere e supportare con il massimo del conforto chi non può più essere curato».

La struttura, che si avvale di un ambulatorio per la terapia del dolore, assicura, a richiesta, un’assistenza religiosa che copre le confessioni delle diverse etnie. Oltre all’obiettivo per cui è nato - alleviare la sofferenza del paziente - l’hospice, spiega la Asl, «ha il vantaggio di ridurre i ricoveri in ospedale, dove peraltro il malato terminale non potrebbe essere assistito in modo adeguato e, di conseguenza, le spese sanitarie».

{{*ExtraImg_218986_ArtImgRight_300x225_}}«Dieci i posti letto - spiega la Asl - uno per ciascuna delle 10 stanze di degenza, compreso un lettino per i familiari che sono accanto al malato. La dotazione dei posti letto è stata raddoppiata nel gennaio scorso».

Da giugno 2013, mese di apertura, l’hospice di Pescina ha ricoverato 75 malati provenienti da diverse aree della Marsica e non: Carsoli, Tagliacozzo, Civitella Roveto, Pescasseroli, Sulmona. L’hospice è una struttura ‘aperta’: i familiari del degente hanno la possibilità di stargli accanto dalle 8 fino alle 20, tuttavia, «in caso di necessità, le porte per i congiunti si aprono anche la notte». «L’hospice, peraltro - precisa la Asl - non è necessariamente un luogo di fine vita perché, in alcuni casi, quando le condizioni di salute lo consentono, il degente può tornare a casa o in una Residenza assistita da dove, eventualmente, può nuovamente tornare in hospice: la struttura, per quel che riguarda accessi e dimissioni, è concepita all’insegna della ‘flessibilità’».

I ricoveri, da pochi giorni a 3 mesi, si effettuano su richiesta del medico di famiglia o del reparto (se il malato è in ospedale), a cui segue una verifica dei medici dell’hospice (entro 72 ore) per accertare se vi siano le condizioni per l’ingresso (gravità della malattia, interruzione e inefficacia delle cure ecc). Il malato che al termine del ricovero torna a casa viene seguito tramite il servizio Adi.

Entro l’anno, «a integrazione dell’attività svolta attualmente in hospice», la Asl attiverà «un servizio di assistenza a domicilio, sempre per malati non guaribili, con un team composto da medico, assistente sociale e psicologo». Questo lo staff dell’hospice di Pescina: i medici sono Roberta Bisegna e Massimo Piccinini (oncologi), caposala Assunta Parisse.

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