Antichi poeti d’oriente

6 ottobre 2014 | 14:21
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Antichi poeti d’oriente

di Valter Marcone

II PARTE

AL COMINCIAR DELL’ESTATE ALLOGGIANDO

IN UN TEMPIO PER GODERE IL CHIARO DI LUNA

Verso sera quando il cielo si fece più limpido

E il Sud-Est era sempre drappeggiato di rosso

Al chiostro di Ponente portammo il boccale del vino:

Aspettando la luna lente passavano le tazze.

Presto, oh come presto ci è nato il suo spirito d’oro!

Presto, come se avesse atteso la nostra venuta.

I raggi della sua luce per ogni luogo splendevano

Sulle torri e negli atri davanti e indietro danzavano.

Fino al mattino sedemmo al suo chiaro splendore,

Ridendo e cantando e ancora non eravamo stanchi.

A Ch’ang-an,la città della Fama e del Tornaconto,

Quanti saranno a conoscere un simile incanto?

([i]Po Chu-i 772-846[/i])

SOTTO LA LUNA NELLA FESTA DEI PIATTI FREDDI

Innanzi alla capanna senza fuoco

s’attristano con me perfino i fiori.

Nelle case vicine, suoni e canti

Io solo qui, sotto la triste luna

([i]Po Chu-i[/i])

FLAUTO NOTTURNO

Sotto la montagna di confine la rena biancheggia come neve, fuori

Dalle mura la luna spande gelo. Qualcuna, chissà dove, suona un

Flauto, e i soldati per tutta la notte languono di nostalgia.

([i]Li I[/i])

DOPO LA VOSTRA PARTENZA

Da quando siete voi partito, amore,

disordinato se ne sta il telaio.

Pensando a voi, come la luna piena

di notte in notte perdo di splendore.

([i]Tchang Kieou- Ling[/i])

CANTO DEL VIATORE SUL FIUME

Solo una barca; e la velata luna:

Pel aviatore una chitarra canta:

Diluvia a un tratto, una corda s’è rotta.

Il mondo tace e s’impregna di lacrime.

([i]Wang Tch’ang-Ling[/i])

BARCA SUL LIMPIDO RUSCELLO

Appoggiato sul remo, un uomo a sera

sSospira ed una flebile aria canta.

Poi nel ruscello rimira la luna.

Di questa – dice – non mi stanco mai.

([i]Tchang Hiu[/i])

BRINDISI

Levo la coppa, o luna, e t’invito a bere,

T’auguro di non calare,

Levo la coppa e v’invito, o rami fioriti;

V’auguro di non perdere i vostri petali.

Sotto alla luna e in faccia ai fiori m’inebrio,

Felicità dolore, lasciamoli stare!

Quanti saranno a capire un incanto simile?

Col vino e i fiori, che stiamo ancora ad aspettare?

([i]Sou Che 1036-1101 d.C.[/i])

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