
L’Aquila città senza frontiere. Un folto gruppo di migranti ha varcato il confine del capoluogo d’Abruzzo. Fondamentale la presenza e la collaborazione del mediatore culturale che, senza sosta, ha lavorato fianco a fianco dell’equipe medica ed ospedaliera aquilana durante lo screening sanitario dei 77 migranti giunti ieri in territorio aquilano.
Una figura indispensabile, resasi necessaria soprattutto per la sommaria conoscenza dei migranti della lingua inglese, araba e francese. Il mediatore, di fatti, con perfetta padronanza dei tre idiomi ha affiancato per tutto il tempo necessario i sanitari aquilani intervenuti, aiutando il gruppo di stranieri a farsi capire nel migliore dei modi e, nello specifico, è stato al fianco dell’unico ragazzo in precarie condizioni di salute, sorvegliandolo dalle ore 8 di sera alle 3 del mattino.
Una presenza importantissima, che ha fatto sì che l’equipe medica potesse ricostruire le ultime ore dell’esperienza del giovane ammalato, in modo da poter enunciare una corretta diagnosi e poterlo curare con tutti i crismi del caso.
«Oltre alle staff medico, infermieristico e amministrativo, c’è stata un’altra professionalità che si è dedicata ,assieme all’equipe, con utile apporto, alla causa ed è quella del mediatore culturale. Si è speso nel capire la provenienza del gruppo di profughi e altri loro elementi essenziale ai fini dello screening medico», commenta così all’indomani dell’arrivo a L’Aquila dei 77 bisognosi presso il presidio ospedalieri del San Salvatore, il consigliere al comune dell’Aquila Gamal Bouchaib,
«Sono stati piccoli angeli custodi dei migranti, – continua Gamal – Quella del mediatore culturale è una figura che sta nel mezzo tra quella dell’interprete e quella dell’assistente sociale. Ha cercato di aiutare i migranti nel farsi capire e i medici ad avere più elementi per una diagnosi corretta. In casi come quelli che abbiamo oggi nel mondo diventa essenziale la figura del mediatore all’interno della realtà ospedaliera».
«Bisogna abbattere i muri dell’indifferenza e cercare di iniziare percorsi di aiuto reciproco come è accaduto in questo caso. Il risultato, poi, e sotto gli occhi di tutti», conclude il consigliere.