Capodogli spiaggiati, l’emozione dei volontari

13 settembre 2014 | 00:25
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Capodogli spiaggiati, l’emozione dei volontari

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«L’ho toccato e spinto con tutta la mia sforza. Era viscido e mi sembrava quasi di sentire il suo calore, poi un’onda violenta lo ha spostato e ha perso il contatto, prendendo il largo». E’ la prima sensazione di Antonietta di Pescara, una dei cento e più volontari che per tutto il giorno si sono dati il cambio in mare per cercare di salvare i sette capodogli che questa mattina si sono arenati sulla spiaggia di Punta Penna, nella zona della riserva di Punta Aderci a Vasto.

In centinaia sono accorsi per aiutare, anche senza competenze specifiche, per rimettere in acqua i cetacei che hanno perso l’orientamento dopo essere stati avvistati alcuni giorni fa nei pressi di Vis in Croazia. E’ stato come un tam tam sulla rete, che ha smosso le coscienze di chi ama la natura e gli animali. Alla fine sono stati salvati quattro dei sette cetacei, è stata una grande soddisfazione per tutti, nella consapevolezza di essere stati comunque protagonisti di una grande esperienza di vita, un’avventura in riva a uno dei luoghi più belli e accoglienti della costa adriatica.

{{*ExtraImg_216163_ArtImgRight_300x200_}}«Sembrava che mi guardasse negli occhi – dice Gianni, universitario di Vasto – e mi faceva una tenerezza infinita. Non ho avuto paura della sua grandezza perché sapevo che stavo facendo una cosa importante: stavo salvando una vita». Loredana ha invece vegliato il quarto capodoglio, quello che sembrava non dovesse farcela. Poi ha ripreso energia, ridando fiducia ai volontari. «Ho avuto la sensazione di prendere una sportellata alla gamba – spiega con orgoglio ad alcuni amici Massimo – quando ha mosso la coda e mi ha preso in pieno. Mi fa male un po’ il polpaccio, ma avrò sicuramente qualcosa da raccontare questa sera agli amici». Raffaele, pescatore sportivo, infine racconta: «Ho visto i capodogli sempre nei documentari televisivi, questa volta non solo li ho visti da vicino, ma ho avuto anche la fortuna di poterli toccare, non lo dimenticherò mai».