Diabete, in Abruzzo 96mila malati

5 settembre 2014 | 14:13
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Diabete, in Abruzzo 96mila malati

Consultazione rapida dei dati clinici per gli specialisti che operano nei centri di diabetologia, progressivo miglioramento dei servizi offerti alle persone che convivono con il diabete e maggiore contributo alla sostenibilità del sistema sanitario nazionale. Sono tra i principali obiettivi del progetto di miglioramento della qualità del dato e di alfabetizzazione digitale nell’utilizzo delle cartelle cliniche informatizzate promosso dall’Associazione medici diabetologi, con il contributo «non condizionante» dell’azienda farmaceutica Sanofi, che toccherà 14 regioni. In Abruzzo, appuntamento domani a Francavilla al Mare (Chieti).

Il diabete è una patologia metabolica che interessa quasi 3,5 milioni di persone in Italia e oltre 96 mila in Abruzzo. La sua corretta gestione si basa sul monitoraggio costante dei livelli di glicemia ed emoglobina glicata – i due parametri fondamentali per il controllo del diabete – e dell’andamento di informazioni relative a possibili complicanze correlate alla patologia, e prevede visite specialistiche periodiche.

«Questo progetto, da noi battezzato familiarmente ‘Dati puliti’, assume una particolare rilevanza per la diabetologia – spiega Antonio Ceriello, presidente Amd – in questi anni l’Italia si è contraddistinta, a livello internazionale, per avere realizzato un database inestimabile di informazioni su come si operi in termini di assistenza e cura alle persone con diabete in Italia: il database degli Annali Amd, realizzato dalla nostra società scientifica».

Sono oltre 320 in tutta Italia i centri diabetologici che aderiscono agli Annali Amd, quasi la metà di quelli operanti sul territorio nazionale, che raccolgono ed elaborano i dati relativi a più di 500 mila persone con diabete.

«La raccolta e l’analisi puntuale di queste informazioni, svolta a partire dal 2004, ha permesso ad Amd di dimostrare come la sola azione di misurare le attività di cura che si attuano ogni giorno su ogni persona con diabete, confrontandosi con quello che avviene negli altri centri del Paese, porti a un miglioramento della qualità dell’assistenza», dice Carlo Giorda, presidente Fondazione Amd. «Non solo – prosegue – pochi mesi fa abbiamo pubblicato uno studio che dimostra come questa attività comporti anche importanti risparmi economici, perché si offrono cure maggiormente appropriate, con riduzione delle complicanze della malattia. Il nostro studio è stato in grado di quantificare questi risparmi, in ragione di 1,5 miliardi di euro in 5 anni e di oltre 18 miliardi in 50 anni per le casse dello stato, se tutti i centri di diabetologia italiani applicassero questa metodica di raccolta dei dati».

Paolo Di Berardino, presidente Amd Abruzzo, sottolinea che «il progetto ‘Dati puliti’, quindi, è virtualmente rivolto a tutti i diabetologi italiani, con l’obiettivo di rafforzare la motivazione alla corretta gestione di questi dati, identificando, sulla base dell’esperienza di questi 10 anni, quali possano essere i punti critici del processo e offrendo al tempo stesso, a chi ancora non la utilizzi o la utilizzi sfruttandone solo parzialmente le potenzialità, una dimostrazione pratica del corretto uso della cartella informatizzata finalizzato al calcolo degli indicatori che sono alla base degli Annali e quindi della valutazione di qualità dell’assistenza».