Politica

Inchiesta primario a Chieti, M5S amareggiato

«Apprendo con profonda amarezza che un primario dell’Ospedale Civile di Pescara sarebbe finito sotto inchiesta perché, secondo la Procura, non avrebbe accettato pazienti che non si erano rivolti a lui come medico privato».

Ad affermarlo è il Vice Presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale, il Consigliere del M5S, Domenico Pettinari. «Addirittura – prosegue il Consigliere - sempre secondo l’accusa, una donna che necessitava di essere operata veniva dimessa e ad un’altra sarebbe stato rifiutato un intervento perché, secondo il Pubblico Ministero, non era una paziente del medico. Alla luce della chiusura dell’inchiesta operata dal PM ritengo doveroso un tempestivo intervento della Direzione Generale della ASL di Pescara teso ad aprire una istruttoria interna a carico del medico coinvolto al fine di valutare eventuali responsabilità per l’applicazione, laddove se ne ravveda la necessità, di un provvedimento disciplinare».

«Ritengo altresì – rileva ancora Pettinari - che in attesa di chiarire la vicenda sarebbe opportuno sospendere il medico, perché si tratta di accuse gravissime che potrebbero condizionare gravemente l’erogazione del servizio pubblico secondo gli standard richiesti di qualità ed efficienza. Nella mia veste di Vice Presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale mi impegnerò a valutare ogni opportuna azione che la Regione potrà intraprendere per il caso in questione e per evitare che in futuro si possano ripetere fatti del genere, a salvaguardia dell’interesse pubblico e a tutela del diritto alla salute. In questi giorni sto lavorando ad un disegno di legge che potrebbe sicuramente arginare tali fenomeni discorsivi – annuncia Pettinari - L’idea è quella di vietare che un medico che lavora nella sanità pubblica possa esercitare la libera professione».

«Questa idea nasce dalla constatazione ormai quotidiana che medici che lavorano nelle strutture pubbliche invitano i pazienti presso i propri studi privati per visite di controllo e non solo. Questa pratica va a penalizzare gravemente l’azienda pubblica e sotto l’aspetto delle liste d’attesa sempre più lunghe e sotto l’aspetto della qualità della prestazione resa. Faccio un esempio concreto: se presso le ASL vi fossero liste d’attesa brevi quasi nessuno ricorrerebbe alle prestazioni presso i centri privati esterni. Ritengo, inoltre, che sia giusto prevedere una sorta di conflitto di interessi tra chi opera nel pubblico e chi nel privato».

«Il medico che sceglie di sostenere un concorso per prestare la sua opera nel pubblico non può svolgere la privata professione in quanto, a mio avviso, potrebbe, tra le altre cose, entrare in concorrenza non proprio leale con il professionista che svolge esclusivamente la professione privata. Ricordiamo che per altre professioni già esistono norme in tal senso. Nei prossimo giorni – conclude il Viec Presidente Pettinari - tornerò a visitare gli Ospedali della nostra regione ed in particolare il reparto dell’Ospedale di Pescara coinvolto in questa vicenda».