
di Claudia Giannone
Quando anche gli atti vandalici superano i limiti, un’intera città resta sconvolta ad osservare i risultati. Di solito, i vandali si fermano ad imbrattare un edificio o un monumento, a distruggere un segnale stradale senza un motivo ben preciso, ma nonostante anche questi gesti siano gesti totalmente inconcepibili, altre volte invece si riesce a trovare qualcosa, in fondo al gesto estremo, che fa riflettere a lungo sulla società in cui siamo costretti a vivere oggi.
Ciò che è accaduto nel Giardino della Memoria di Lucoli ne è la prova lampante: non è la prima volta, infatti, che i vandali, ancora in pieno anonimato, decidono di agire in questo luogo, deturpando quel monumento così importante per l’intera comunità.
Questa volta, è stato rubato il tetto di rame posizionato sullo stesso, in modo da lasciare la struttura con su incisi i nomi delle vittime scoperta.
Incomprensibile per gli abitanti del luogo e per la cittadinanza il motivo di un simile gesto: un monumento volto a far riflettere su temi fondamentali non dovrebbe neanche essere sfiorato. Segue la stessa linea il pensiero di Emanuela Mariani, Rappresentante Legale dell’associazione NoiXLucoli Onlus, che nella seguente lettera non nasconde la propria indignazione e i propri interrogativi a riguardo di un gesto inspiegabile.
«Carissimi vandali,
il nostro primo rammarico è quello di non potervi chiamare per nome perché, per il gesto che avete compiuto, avete scelto l’anonimato.
E così siete scappati anche da voi stessi; fuggiti come chi, in fondo, sa di aver sbagliato ma non trova altra via se non quella della fuga.
Scappare non è mai la soluzione dei problemi.
L’altra notte, rubando il tetto di rame del monumento con i nomi delle 309 vittime del sisma del 2009, avete offeso sentimenti, valori e convinzioni di tante persone, dei parenti, dei morti stessi e delle persone di buona volontà che si sono incontrate per rendere omaggio alla memoria di chi non c’è più edificando con le loro mani questo monumento.
Viene da chiedersi: qual è il perché di un tale comportamento? Ce lo chiediamo spesso visto che il Giardino Botanico della Memoria di Lucoli è vittima ricorrente di vandalismi.
Ci piacerebbe capire il motivo di tanta rabbia verso quest’opera di volontariato: della vostra noia o del desiderio d’apparire in modo così sbagliato? E ci piacerebbe anche ascoltare, dalla bocca di chi ne avesse il coraggio, quello che ancora non siamo riusciti a capire e che, con tali atti, forse, qualcuno vuole farci capire.
La nostra percezione del bene è nettamente distinta da quella del male e il responsabile/i ha compiuto un ennesimo, pessimo, atto vandalico.
Andremo avanti per la nostra strada e come al solito ricostruiremo, denunciando alle autorità competenti il danno subito».
Ancora una volta, dunque, spetterà ai cittadini il compito di riportare alla normalità una situazione fin troppo difficile persino da concepire. Una situazione che, purtroppo, si è protratta per molto tempo e che sarebbe il caso di far giungere ad una svolta definitiva.