Cronaca

Sanità, nuova inchiesta in Abruzzo: indagati Chiodi e Venturoni

Avrebbero fatto firmare alle cliniche private contratti di prestazione di assistenza ospedaliera, collegando la firma al pagamento dei crediti che le cliniche avevano nei confronti della Regione. Sanità e politica di nuovo al centro di un’inchiesta in Abruzzo. Gianni Chiodi, ex presidente della Regione ed ex commissario ad acta per la sanità, il sub commissario Giovanna Baraldi, l'ex assessore alla sanità, Lanfranco Venturoni, e due tecnici dell'Agenas sono indagati a Pescara. I magistrati Di Florio e Bellelli li accusano di falso, violenza privata e abuso.

I presunti reati commessi dall’ex governatore, dal subcommissario e dall’ex assessore alla sanità (decaduto nel 2010 dopo l’arresto per l’inchiesta sui rifiuti) e dai due tecnici sarebbero da collegarsi al braccio di ferro con le cliniche private per il raggiungimento dei tetti di spesa. Quello che per Chiodi è stato un successo, tanto da farne il cavallo della battaglia elettorale, rischia di diventare un problema. Secondo i magistrati i contratti firmati dalle cliniche, che hanno permesso di raggiungere il rientro dei conti nella sanità, sarebbero stati ottenuti con falsi, abusi e violenze. I contratti sarebbero infatti stati stilati con un «generale atteggiamento ostruzionistico», criteri trasformati (e celati) rispetto agli accordi presi e collegati al congelamento dei crediti pregressi.

In pratica le cliniche sarebbero state poste davanti a un diktat: o firmate o non riceverete i soldi per le prestazini del 2010. Un’accusa tutta da provare, i cui principali protagonisti sarebbero proprio l’ex governatore Chiodi, il sub commissario Baraldi e, in parte, Venturoni.

[Fonte: IlCentro]

LE REAZIONI

FEBBO: «DIMOSTRERANNO ESTRANEITA'» - «Sono assolutamente esterrefatto dopo aver appreso dai media la vicenda che vedrebbe coinvolti l’ex Governatore regionale Chiodi, l’ex assessore Venturoni e il sub commissario alla sanità Giovanna Baraldi». E’ quanto dichiara il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Mauro Febbo.

«Ricordo a me stesso – prosegue Febbo – che quando ci insediammo in Regione, nel gennaio del 2009, ci trovammo di fronte una situazione a dir poco drammatica: non solo il Bilancio regionale non era in ordine ma riscontrammo gravi problemi soprattutto sul sistema sanitario; in particolare, tutto quello che ruotava intorno alla sanità privata era una vera e propria giungla (per usare un eufemismo). Di fronte a questo scenario era palesemente chiaro di come proprio la sanità privata incidesse all’interno della struttura politico-amministrativa dell’Esecutivo regionale e ne determinasse le scelte. La Delibera di Giunta dell’aprile 2008 che fissava i tetti di spesa della Sanità privata non fu mai pubblicata sul Bura e per questo non divenne mai efficace. E’ bene precisare che su questa vicenda, da noi denunciata a più riprese, non abbiamo mai avuto risposte né saputo nulla».

«Capisco che - aggiunge il capogruppo di Forza Italia - intorno alla Sanità e all’azione di governo portata avanti in questi anni ci possano essere stati a più riprese confronti serrati, spesso duri, in quanto si andavano a toccare interessi, peraltro economici, consolidati negli anni, comunque restiamo oltremodo colpiti da quest’ultima inchiesta. Ribadendo il massimo rispetto per la Magistratura e attendendo che si faccia piena luce sulla vicenda, siamo più che convinti dell’onestà e della correttezza con le quali hanno operato Gianni Chiodi, Lanfranco Venturoni e Giovanna Baraldi. Siamo certi che verrà dimostrata la loro assoluta estraneità ai fatti e soprattutto si confermerà come la Giunta Chiodi abbia sempre lavorato nel massimo rispetto della Legge e soprattutto nell’interesse dei cittadini abruzzesi, portando avanti la propria azione di risanamento, resa ancor più difficile in quanto “contrastata dalle lobby”, con trasparenza e integrità».