
E’ stato affidato questa mattina dal gip del Tribunale di Pescara Gianluca Sarandrea l’incarico allo psichiatra bolognese Renato Ariatti di effettuare la perizia su M. M., il tecnico informatico di 47 anni che la notte tra il 17 e il 18 luglio scorsi avrebbe ucciso, soffocandolo, il figlio di 5 anni Maxim mentre dormiva. Il bimbo era di origine russa ed era stato adottato nel 2012.
Ariatti, che in passato ha firmato le perizie su Bernardo Provenzano e Annamaria Franzoni, dovrà stabilire se M.M., affetto da disturbo psicotico atipico, la notte in cui avrebbe tolto la vita al piccolo Maxim era capace di intendere e volere. Il perito dovrà, inoltre, valutare la pericolosità sociale di M.M. e la capacità a stare nel processo. Il consulente di parte invece non è stato nominato dalla difesa.
Ariatti si è preso 90 giorni di tempo e le operazioni peritali prenderanno il via il primo agosto prossimo, ma «in maniera puramente formale con gli esami degli atti perchè – ha spiegato lo psichiatra – non ci sono ancora le parti presenti con dei loro consulenti. Tutte le parti devono poter interloquire, si lavora tutti insieme, e finchè non ci sono i consulenti di parte non possiamo fare niente».
Alla domanda dei cronisti su come inquadrare il caso, ha detto: «non si inquadra niente perchè dobbiamo ancora cominciare. In questa fase non si dice nulla».
Uno dei legali di M.M., l’avvocato Alfredo Forcillo, ha detto che sicuramente nomineranno il perito di parte. Alla domanda se chiederanno la scarcerazione del tecnico informatico, ha ribadito «no. Questa valutazione sulla opportunità di misure diverse l’abbiamo rimessa già alla magistratura, di cui abbiamo la massima fiducia. Se si manifesteranno esigenze di tutela della salute particolari si provvederà in questo senso, altrimenti attenderemo tranquillamente». La prossima udienza si terrà il 25 novembre prossimo, alle 15.