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Leonessa rivuole Santogna

La sbarra della discordia. Siamo a Santogna, un caratteristico parco verde nel cuore di Leonessa, dove un tempo daini e caprioli passeggiavano armoniosamente. Ieri, questa tranquillità è stata smorzata da un'ordinanza 'frettolosa' firmata dal sindaco di Leonessa, Paolo Trancassini, con la quale si è imposta la rimozione immediata di una sbarra che sarebbe stata collocata qualche tempo prima dal Comune aquilano.

Una lotta, quindi fra pari. La storia, in realtà, comincia a marzo, quando con una segnalazione certificata di inizio attività (Scia) presentata dal Servizio Energia, Ecologia e Patrimonio Naturale del Comune dell'Aquila, si sarebbe annunciata la collocazione di una sbarra di delimitazione presso la strada vicinale Santogna-Albaneto, nei boschi di Santogna.

Santogna appartiene a L'Aquila, ma, geograficamente, rientra nei confini di Leonessa. Quest'ultima, di fatti, innumerevoli volte ha richiesto di poter affittare direttamente i 600 ettari di proprietà di L'Aquila, senza vincere mai il duello.

Ciò che vorrebbe il sindaco di Leonessa è una oculata valorizzazione di Santogna. Tempo fa, un accordo, si era comunque trovato. Si era giunti, infatti, all'approvazione da parte del consiglio comunale dell'Aquila di un protocollo d'intesa con il Comune di Leonessa. Ma della volontà di affittare anche in parte o gestire in collaborazione l'area naturalistica, di recente affidata parzialmente a pascolo con un bando d'asta, nemmeno l'ombra.

A nulla sono valse le proteste degli agricoltori e allevatori del posto limitati dall'ostacolo artificiale a raggiungere fontanili, acque pubbliche e frazioni del capoluogo.

Senza contare l'impossibilità dei mezzi di soccorso e antincendio di raggiungere i «territori ad alto rischio incendi», si legge nell'ordinanza. Leonessa, dal canto suo, si è mossa indipendentemente dal Comune 'avversario', imponendo al sindaco de L'Aquila di togliere immediatamente la barriera e annunciando anche che, in caso contrario, «sarà lo stesso comune di Leonessa a provvedere alla rimozione, con addebito delle spese». Questo, si legge sempre nell'ordinanza.

Un bel grattacapo, che mina le fondamenta dell'armonia di intenti. La valorizzazione di una zona turistica dovrebbe essere il solo obiettivo da perseguire.

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