Cronaca

Droga, allarme sociale a L’Aquila

Se prima del terremoto aquilano il traffico illecito di sostanze stupefacenti poteva considerarsi "fisiologico", nonostante un flusso non indifferente di spaccio di cocaina ed hashish in particolare, già a partire dalla fine del 2009 le forze dell'ordine, e i carabinieri del Comando provinciale in particolare, avevano subito evidenziato una recrudescenza del fenomeno soprattutto nel capoluogo, nella Marsica e nella Valle Peligna.

Una recrudescenza che aveva determinato un vero e proprio allarme sociale. Infatti con l'arrivo a L'Aquila di un altissimo numero di persone ruotanti, a vario titolo, alla ricostruzione post-terremoto, si è verificato una sorta di vero e proprio contro esodo, talvolta determinato da [i]'joint venture'[/i] con realtà geograficamente distanti, come ad esempio la Campania e la Calabria.

I carabinieri hanno così scoperto, grazie a un attento presidio del territorio, che alle note direttrici di provenienza dello stupefacente, tipo il litorale adriatico, e la Capitale, ma non solo, se ne erano aggiunte altre del tutto nuove ed insolite, quali la Calabria e, addirittura, i paesi dell'America Centrale.

Dalle indagini dei carabinieri sono così scaturite diverse inchieste di rilievo. Nel 2011, per esempio, gli investigatori individuarono soggetti legati alle cosche di 'ndrangheta calabresi che, giunti in città dopo il sisma, avevano approfittato della fitta rete di rapporti intessuti con imprenditori locali per infiltrarsi negli appalti della ricostruzione e importare verso il capoluogo ingenti quantità di cocaina.

L'attività portò alla denuncia di 18 indagati alla Direzione Distrettuale Antimafia dell'Aquila, al successivo trasferimento del fascicolo processuale a quella di Reggio Calabria, per connessioni con importanti indagini antidroga già incardinate presso quella Procura, e al rinvio a giudizio di tre soggetti dinanzi al tribunale aquilano. Tra il 2011 e il 2012 i carabinieri scoprirono poi due sodalizi criminali operanti nella Marsica e composti da cittadini magrebini. Le ordinanze di custodia cautelare in carcere furono 41 con il sequestro di quasi due chili di stupefacenti, tra cocaina ed hashish.

Ancora nel 2012 gli investigatori, solo per citare alcune delle operazioni più rilevanti, scoprirono una banda composta da due tunisini e un italiano che a L'Aquila avevano messo su una vera e propria 'piazza dello spaccio' nella zona ovest della città, tra le frazioni di Preturo e Coppito.

I quell'occasione i tre furono arrestati su disposizione del gip e venne loro contestata l'associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti.

Ci fu anche un contestuale sequestro di circa 200 grammi di cocaina. Ancora nel 2012 nella Valle Peligna furono denunciate 13 persone, sempre per traffico illecito di stupefacenti, con l'arresto in flagranza di reato, nelle fasi delle indagini, di sei persone e l'esecuzione, a conclusione degli accertamenti dei militari dell'Arma coordinati dal comandante provinciale, il colonnello Savino Guarino, di 13 misure cautelari (8 in carcere, 3 ai domiciliari e due agli obblighi di dimora) con il sequestro di due chili e mezzo di droga, tra cocaina, hashish e marijuana, oltre a due pistole con matricola abrasa. Nel 2013 e' stato invece stroncato un vasto traffico internazionale di cocaina dalla Repubblica di Santo Domingo all'Italia (Roma e L'Aquila), attraverso la Spagna (Madrid e Barcellona).

In quella circostanza furono 26, complessivamente, gli indagati, di cui tre arrestati in flagranza durante le fasi delle indagini e cinque al termine delle stesse, in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare in carcere.

L'attività investigativa consentì il sequestro di tre chili di cocaina. Arrivando ai giorni nostri una delle operazioni di rilievo portata a termine quest'anno è stata quella che ha consentito ai carabinieri di smantellare un sodalizio criminale composto prevalentemente da soggetti di origine campana, alcuni dei quali con legami con la criminalità organizzata del quartiere Scampia di Napoli i quali, forti della possibilità di approvvigionare lo stupefacente nell'area di origine a prezzi convenienti, avevano importato e spacciato a L'Aquila, tra la seconda metà del 2013 e i primi tre mesi del 2014, più di 500 grammi di cocaina, tutti recuperati e sequestrati nel corso dell'attività.

Le indagini hanno portato alla denuncia di 23 indagati e all'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per due di essi, anche in questo caso per la fattispecie associativa del reato, agli arresti domiciliari di altri due e ad un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Stamane l'ennesimo colpo al traffico illegale di stupefacenti con le cinque misure cautelari disposte dal gip del Tribunale dell'Aquila.