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Orso morto nel Parco, «Sospendere il pascolo nella Marsica»

Dopo le positive notizie dei giorni scorsi sui successi ottenuti negli interventi di prevenzione del progetto europeo LIFE Arctos ( qui il video [url"http://www.youtube.com/watch?v=sXGtvNqKU_0"]http://www.youtube.com/watch?v=sXGtvNqKU_0[/url] ) il ritrovamento dei resti di un Orso bruno marsicano apre a nuove ipotesi e «tristi scenari» per il futuro di questo animale e di questa popolazione unica al mondo che «le nostre istituzioni locali stentano a gestire con l'attenzione e gli impegni concreti che un caso del genere richiede», denuncia il WWF Italia.

L'esemplare denominato Ferroio, come la località dove era stato segnalato, «era un maschio nel pieno delle suo vigore di circa 14 /15 anni e questo rende ancora più drammatica la notizia della sua morte.

I resti, in avanzato stato di decomposizione, hanno reso possibile il riconoscimento solo grazie alle placche colorate che lo identificavano: ciò non fa altro che confermare la necessità che l'Ente Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise proceda a dotare di radiocollari almeno tutta la popolazione adulta presente nell'area di principale presenza dell'Orso».

«In questo modo sarà possibile seguire gli esemplari e si potrà venire a conoscenza di eventuali decessi in tempi tali da consentire gli accertamenti del caso e le analisi necessarie per stabilire le cause di morte.

L'animale potrebbe essere morto per la stessa patologia infettiva, la TBC, che causato di recente la morte di un'orsa femmina che frequentava le medesime aree di pascolo. È vero che quest'ultimo animale potrebbe essere morto per una molteplicità di altre cause (sono infatti tante quelle che hanno portato ai precedenti numerosi decessi come avvelenamento, altre patologie infettive, impatto con auto dovuto all'eccessiva velocità sulle strade o bracconaggio), ma in ogni caso è necessario gestire con adeguata risolutezza la comparsa della TBC sui pascoli di Gioia dei Marsi, visto che già nel 2013 si è segnalato un caso di TBC in un bovino proveniente dai pascoli di Lecce dei Marsi prossimi a quelli di Gioia dei Marsi».

Negli scorsi giorni il Ministro della Salute ha chiesto la sospensione a titolo cautelativo dell'attività di pascolo del bestiame a Gioia dei Marsi ed a Lecce dei Marsi: si tratta di una procedura corretta per il quale il WWF esprime apprezzamento al Ministero della Salute e al Direttore generale del Dipartimento della Sanità pubblica veterinaria, della sicurezza alimentare e degli organi collegiali per la tutela della salute, Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari. Ora il WWF chiede all'Assessorato alla Sanità della Regione Abruzzo, in particolare al Responsabile dei Servizi veterinari, «di adoperarsi immediatamente per promuovere capillari e puntuali controlli per tutti gli allevamenti che insistono nelle aree del Parco e dei comuni adiacenti, nel rispetto del principio precauzionale e dell'interesse pubblico per la conservazione e salvaguardia di una specie rara e sempre più a rischio di estinzione, ma anche per la stessa salute pubblica».

«Alla luce di quanto è emerso fino ad oggi è opportuno sospendere il pascolo in tutti i comuni e prioritariamente in quelli della Marsica perché i pascoli sono vicini e gli animali vengono comunemente lasciati senza controllo e liberi di muoversi.

Il WWF chiede inoltre alle Autorità di polizia di svolgere, così come previsto dalla legge, adeguati controlli sul rispetto delle norme regolamentari sul pascolo, sull'identificazione dei singoli esemplari, sul divieto di pascolo al di fuori delle aree autorizzate anche provvedendo al sequestro del bestiame in caso di irregolarità».

Il WWF ricorda come la zootecnia sia compatibile con la conservazione dell'Orso e dell'ambiente a patto che sia svolta nel rispetto delle regole. I primi ad essere interessati a tutelare e difendere questi territori sono i tanti allevatori onesti e virtuosi: anche per tutelare loro, vanno colpiti coloro che si comportano in maniera illegale.

Il WWF si attende misure decise da parte di tutti gli organi competenti, dal PNALM che nelle ultime settimane ha dimostrato una maggiore attenzione nel seguire tali emergenze anche supportato dal Ministero dell'Ambiente, all'Assessorato Regionale agli stessi Sindaci, che, nella loro funzione di autorità sanitaria, devono tutelare gli interessi collettivi.