Cronaca

Appartamenti a luci rosse, denunce a L’Aquila

Amore, prostituzione e altri reati. Il mix esplosivo è stato portato alla luce dalla Squadra Mobile dell'Aquila ed è sfociato in quattro denunce.

Secondo quanto ricostruito dalla polizia, l’amore per una donna cinese avrebbe indotto un aquilano a convincere la madre a rendere false dichiarazioni al fine di permettere alla signora di restare in italia. Intanto lei, irregolare, avrebbe messo a disposizione delle ragazze cinesi e procacciato clienti, realizzando un giro di prostituzione grazie alla collaborazione, sempre secondo gli investigatori, di un altro uomo che le avrebbe messo a disposizione due appartamenti dove far prostituire le ragazze. I quattro protagonisti della complessa storia sono stati denunciati con accuse di vario tipo.

I fatti contestati risalgono a diverso tempo fa, quando il personale della Sezione criminalità straniera e prostituzione della Squadra Mobile dell'Aquila ha notato degli anomali movimenti di persone nei pressi di una abitazione di via Ulisse Nurzia. Dall’attività di indagine che si è sviluppata è emerso che l’appartamento in questione era frequentato da ragazze cinesi e sulla base dell’andirivieni di uomini sempre diversi, a qualsiasi ora del giorno, la polizia ha sospettato che l’abitazione in questione fosse una vera e propria casa di appuntamenti.

Durante gli appostamenti, la polizia ha rilevato la presenza di una ragazza cinese, sempre la stessa, che tutte le mattine si recava sul posto, seguita, subito dopo, da altre ragazze, diverse a seconda dei giorni, accompagnate da un uomo a bordo di una autovettura. Dai controlli è emerso che il proprietario dell’appartamento era la stessa persona che tutti i giorni si faceva carico di accompagnare le ragazze “al lavoro” e di rifornirle poi, durante la giornata, di generi di prima necessità. Si è riscontrato poi che lo stesso uomo, in epoca precedente, aveva dichiarato di avere alle proprie dipendenze, come lavoratrice domestica, una ragazza cinese che da comparazione di foto e immagini è risultata essere la stessa che tutte le mattine si recava nell’appartamento di Via Nurzia.

La polizia ha appreso, inoltre, che l’uomo avrebbe fatto da mediatore fra un'agenzia immobiliare e una donna cinese, per l’affitto di un appartamento ad Avezzano e che, qualche tempo prima, avrebbe messo a disposizione della stessa donna l’appartamento di proprietà in via Di Vincenzo, dove, dalle informazioni assunte dagli investigatori, ci sarebbe stato lo stesso via-vai di ragazze cinesi e di uomini, con le stesse modalità poi riscontrate in Via Nurzia.

Da un controllo effettuato in Prefettura è emerso che la donna cinese aveva un permesso di soggiorno come collaboratrice domestica presso una famiglia aquilana. Dagli accertamenti esperiti in merito la polizia è venuta a conoscenza del fatto che un ragazzo aquilano, innamoratosi della straniera, avrebbe convinto i propri familiari a rendere false dichiarazioni circa l’assunzione della donna, al fine di farle avere la documentazione necessaria per restare sul territorio italiano.

Alla luce degli elementi raccolti quattro persone sono state deferite all’Autorità Giudiziaria con accuse di vario tipo: una donna cinquantenne cinese e un marsicano quarantottenne per “favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione”; un aquilano trentenne e sua madre per “false attestazioni”. In questi giorni è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.

I DENUNCIATI: Si tratta di S.Y di 50 anni di nazionalità cinese; N.M. Di 48 anni di Avezzano; M.C. Di 30 anni dell'Aquila ed infine M.M. Di 60 anni, madre di quest'ultimo.