Profumo di Sorrento, salami a 5 stelle

19 maggio 2014 | 12:36
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Profumo di Sorrento, salami a 5 stelle

di Gioia Chiostri

Non tutti guardano la crisi dritta in faccia. Alcuni la seguono alle spalle, la circondano. Inchiodandola. Questi ‘alcuni’, forse la minoranza, quelli che hanno in eredità un progetto o un’idea, scansano la crisi di forza, pensando che ad ogni sua azione corrisponda una loro reazione, diametralmente opposta e perfettamente bilanciata. Questo è il gioco delle parti che sorregge tutta la solida impalcatura del Salumificio Sorrentino, un’azienda a conduzione familiare che non ha mai perduto la bussola della direzione da intraprendere.

Nato nel 1981 dalla saggezza artigianale di Marino Sorrentino, maestro dell’arte salumiera, arte poi tramandata dal padre al figlio Giovanni e ai nipoti Marino ed Oreste, entrambi impegnati in azienda, ha sempre avuto sede a Lanciano, nonostante l’origine dei suoi proprietari sia sorrentina. Ciò ha permesso la creazione di un prodotto Made in Italy unico, che non presta il fianco a confini regionali di nessuna sorta. I dipendenti sono in tutto 65, per fasce d’età che vanno dai 18 ai 45 anni, assunti regolarmente senza vizi burocratici di nessun tipo.

{{*ExtraImg_201348_ArtImgRight_300x210_}}«La crisi per noi è stato un motivo in più per tirarsi su le maniche della camicia e lavorare sodo, sino alla completa realizzazione di un obiettivo». Queste le parole di un giovanissimo dipendente del Salumificio Sorrentino, Antonio Berardinelli, 24 anni appena compiuti, ma da 8 lavoratore presso l’azienda lancianese. «Nel 2000 abbiamo ammodernato l’impresa, edificando un nuovo stabilimento, più grande. Siamo passati da una lavorazione di 100 maiali a settimana a 1200 a settimana. Un salto di qualità e quantità non indifferente. Abbiamo partecipato anche al Cibus 2014 di Parma ottenendo egregi risultati. La nostra migliore scommessa, però, è l’estero: esportiamo salame in Germania, Regno Unito e Francia». Il Made in Italy, quindi, non risulta affatto dimenticato dai ‘cugini’ d’oltralpe e oltremare, ma, anzi, viene anche elogiato. Una scommessa vincente, che dovrebbe essere ripetuta più e più volte, da più e più aziende ‘selfmade’.

Da due anni a questa parte, l’azienda a conduzione familiare, ha avuto un’impennata pazzesca. «Il nostro fiore all’occhiello è sicuramente il salame aquilano. Magro, leggero e dolce, condito solo con sale e pepe, è il cavallo di battaglia del salumificio. «Il nostro motto è: qualità prima di tutto. Le produzioni industriali, fatte di fretta e con l’occhio superficiale non ci appartengono». Il salame aquilano ha una forma particolarissima, piatta, poiché risulta schiacciato nella parte superiore e inferiore. «Un prodotto inconfondibile – precisa Antonio – viene preparato con carni selezionate, completamente denervate e insaccato in budello naturale».

Altro gioiello dell’azienda, il salame campagnolo, con forma classica, tondeggiante. «Dolce e delicato, viene preparato con carni magre ed è privo di cartilagine. Inoltre – continua Antonio – viene leggermente speziato con grani di pepe».

L’azienda ha partecipato quest’anno anche ad un altro evento fieristico importante, quale ‘Magia del Fare’ nel nucleo industriale di Avezzano, nella Marsica. «Le fiere sono la nostra grande vetrina. Dovremmo, a mio avviso, incentivare più eventi di questo tipo, magari metterne una al mese, in modo che, chi lavora dietro le quinte della gastronomia, abbia un palcoscenico fisso sul quale esibire i propri prodotti». Una fetta d’Abruzzo speziata di Sorrento nel capoluogo aquilano: l’assaggio è d’obbligo.