
di Gioia Chiostri
La favola di Pinocchio, sulla metamorfosi di un burattino di legno in bambino vero, con tutte le ambivalenze del caso, potrebbe essere, in realtà, la giusta metafora per il nuovo tipo di arte che sta esplodendo ad Ascoli Piceno. Non si tratta certo di dar vita ai lavori di un artigiano invecchiato dalla fatica e dal lavoro sudato, ma di umanizzare, nel vero senso del termine, i quadri e farli diventare vivi. Lo scopo è quello di farli conoscere alla gente, o meglio, di farli amare di più, perché quando c’è il tatto, oltre alla vista, l’oggetto perde quell’alone di irraggiungibilità che è proprio del tramonto in lontananza, e diventa ‘più vicino’.
{{*ExtraImg_201163_ArtImgCenter_448x500_}}Un modo per riportare la storia dell’arte fra le quattro mura di un’abitazione? Walter Galotto, l’ideatore e regista dell’evento “MonnaLisa &Co.”-Mostra di quadri viventi, spiega il perché del progetto. «Tutto è nato dall’idea di un party, come una rimpatriata tra vecchi amici che si ritrovavano tutti insieme per brindare ai loro successi o a quelli dei loro creatori e magari organizzato da Monna Lisa in persona, colei che tutti conoscono. Io ho studiato all’Accademia d’arte drammatica Antoniana di Bologna e ho riportato tutta l’esperienza teatrale proprio nel mio paese, coinvolgendo ragazzi bambini e adulti in diversi eventi tra cui quello dell’umanizzazione delle opere d’arte. Siamo semplicemente un gruppo di amici che ha voglia di fare, di realizzare, di valorizzare il nostro paese: Roccafluvione. Molte sono le iniziative che si organizzano nei diversi paesi dell’ascolano e noi pensiamo sia splendidamente coinvolgente rendere attivi e allegri i propri luoghi di nascita».
{{*ExtraImg_201164_ArtImgCenter_360x500_}}L’idea di dare un volto, un corpo, e perché no, anche un’anima ai noti ritratti che, secoli su secoli, hanno tappezzato i nostri volumi di storia dell’arte, è stata partorita per «far conoscere in maniera divertente , semplice, diretta, essenziale e assolutamente vera, le meraviglie che troviamo sui libri di scuola. – aggiunge Walter – Non tutti sapevamo storia e curiosità dei vari dipinti che per secoli hanno decorato il nostro pianeta. Ci siamo divertiti a scoprire insieme e a raccontarli soprattutto. Molti i dipinti protagonisti, dalla “Gioconda” di Leonardo, a “La ragazza con l’orecchino di perla” , dalle abbondanti donne di Botero a “Le tre età dell’uomo” di Giorgione, da “Il bacio” a “Il mangiafagioli” da “La dama con l’ermellino”a “La Maddalena Penitente”, poi momenti da favola come la colorata “Primavera” di Botticelli e l’immensa bellezza de “Il Cenacolo” di Leonardo. Gente comune incorniciata per due giorni. La scelta degli interpreti è venuta in maniera proprio naturale, sfogliando i vari tomi di storia dell’arte, guardavo i dipinti e vedevo i soggetti che li avrebbero interpretati. Ammetto che contattarli e proporre loro di vivere per due giorni dentro una cornice è stato buffo ma emozionante».
{{*ExtraImg_201167_ArtImgCenter_301x500_}}Una mostra in carne ed ossa, quindi. «Il tutto – precisa l’ideatore – si è svolto in due giorni: 22 e 23 marzo 2014. Sabato 22 c’è stata un’inaugurazione-presentazione di ogni quadro attraverso un vero e proprio spettacolo, con successivo accesso alla galleria allestita nel Bocciodromo di Roccafluvione. Ogni quadro aveva la sua cornice, creata da tutti noi ragazzi con svariati materiali». Uno spettacolo ‘povero’, come si suol dire, che ha basato la sua realizzazione sugli ‘strumenti’ di tutti i giorno come cartone, pasta, fagioli e foglie. Un’ambientazione unica e colorata, apprezzata dai moltissimi visitatori che sono arrivati anche la domenica a visitarli. «Di certo – aggiunge il regista – tutto ciò ha funzionato grazie alla forza di volontà di ogni singola persona, grazie ai talenti di ognuno, grazie alla voglia di credere in ciò che si fa. Un’esperienza indimenticabile e a dir poco emozionante che speriamo di ripetere presto».
{{*ExtraImg_201168_ArtImgCenter_301x500_}}L’arte, a volte, si manifesta in sembianze conosciute nella forma, ma non nella sostanza. Un sasso nello stagno della creatività. Incrociamo le dita affinché le scuole possano trarre giovamento da chi ruota gli ingranaggi della fantasia e inventa giochi e giostre sulla cultura dimenticata.
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