Attualità

Rai Abruzzo, «No ai tagli lineari»

L'assemblea dei lavoratori della sede Rai di Pescara considera «inaccettabile, sotto il profilo del metodo e del merito, il prelievo di 150 milioni che il governo vuole imporre alla Rai, perchè privo di una logica di piano industriale e ispirato a un mero criterio di taglio lineare che punta a far cassa dirottando verso la fiscalità generale fondi del canone che debbono rimanere finalizzati alla missione di servizio pubblico». E' quanto si legge in una nota stilata da tutti i lavoratori della sede Rai Abruzzo, Cdr compreso.

L'assemblea ha anche denunciato «l'inerzia dei vertici aziendali rispetto ad una doverosa verifica di legittimità del decreto governativo. Altrettanto inaccettabili - prosegue la nota - sono ipotesi di vendita parziale di quote di Rai Way perchè avrebbero un pericoloso processo di dismissione di comparti strategici per lo svolgimento della missione aziendale, così come ipotesi di accorpamento delle sedi regionali, la cui sopravvivenza è invece condizione necessaria per rilanciare una migliore e più continua presenza della Rai sul territorio».

Dalla riunione, alla quale hanno partecipato, oltre ai singoli lavoratori, le sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Snater e Usigrai, con i segretari regionali di categoria, emerge «la piena e convinta disponibilità ad un'azione di lungo respiro, che comprenda tutte le forme di mobilitazione, compreso lo sciopero unitario di tutte le sigle sindacali, già allo studio delle segreterie nazionali, e anche di un'apertura al confronto nazionale e regionale con società, cittadini e utenti per motivare - conclude la nota dell'assemblea dei lavoratori - la nostra difesa non di una Rai degli sprechi e delle inefficienze, ma di un servizio pubblico profondamente rinnovato e rilegittimato nella sua funzione».

Più informazioni