Cus L’Aquila, rugby senza frontiere

È terminato da qualche giorno il campionato regionale abruzzese di rugby Under16 e per il Cus L’Aquila 2011 è stata una stagione particolare. La squadra giovanile gialloneroverde è stata composta, quest’anno, da ragazzi aquilani provenienti dal settore giovanile del Cus e da un nutrito gruppo di ragazzi albanesi ospitati presso la Comunità Futuraquila di Tempera e di San Sisto, entrando a far parte del progetto culturale, sportivo ed educativo Rugby senza Frontiere.

{{*ExtraImg_198501_ArtImgRight_300x192_}}Il gruppo, internazionale e multiculturale, ha trovato nello sport un momento di sana aggregazione, integrazione e confronto. «Lo sport non è, purtroppo, accessibile a tutti - sottolinea Fabio Zenadocchio, responsabile della sezione rugby del Cus L’Aquila - L’impegno sociale del Cus L’Aquila Rugby 2011 è quello di dare a tutti la possibilità di praticare la disciplina del rugby, a dispetto della condizione economica e sociale e dalla provenienza. L’esempio dei ragazzi provenienti dalla comunità è emblematico: dirigenti, giocatori seniores e allenatori si sono attivati per garantire ai ragazzi l’abbigliamento adeguato, le certificazioni mediche e tutto il necessario per poter giocare a rugby con noi».

Ognuno ha fatto la propria parte, a cominciare da Francesco Bizzarri, presidente del Cus L’Aquila, che ha garantito la copertura assicurativa ai ragazzi. «Il Cus L’Aquila è, come sempre, vicino ai ragazzi che vivono situazioni di disagio – spiega il presidente – e, nonostante le difficoltà di ripristino dell’impianto in seguito all’emergenza del post sisma, continua a far parlare i fatti. Un grande aiuto è stato fornito da Terenzio de Benedictis, patron del Tornimparte Rugby, che ha regalato ai ragazzi materiale sportivo recuperato da Erjon Hohaj, nazionale albanese e giocatore del Cus L’Aquila Rugby 2011, dalla sede terremotata della società rugbistica in via Dante Alighieri».

{{*ExtraImg_198502_ArtImgRight_300x192_}}La collaborazione tra il Cus L’Aquila Rugby 2011 e la Comunità Futuraquila è stata possibile grazie all’intuizione di Elio Tazzi, allenatore della U16. «La storica predisposizione e l'attenzione al sociale del Cus L'Aquila Rugby e la mia esperienza personale nell'attivismo organizzato cittadino – dichiara Tazzi – ha fatto sì che divenisse naturale la collaborazione con le case famiglia della nostra città, che sono state ben liete di accogliere il nostro progetto sportivo ed educativo».

Il rugby, sport fondato sul sostegno, ha reso il processo di integrazione più rapido ed efficace. «Tra i ragazzi non c'è stato nessun problema di integrazione – prosegue Tazzi – e devo dire che neanche la lingua è stata un impedimento. La cooperazione, che è imprescindibile nel nostro sport, ha reso tutto molto più semplice».

La stagione è terminata con un crescendo di risultati positivi, a dimostrazione del fatto che si può fare sport sociale senza rinunciare alla qualità della proposta tecnica.