
Ritiro del provvedimento ‘incriminato’, un censimento per accertare i luoghi e la portata del problema, una ‘passeggiata empatica’ che coinvolga i medici e un nuovo incontro per trovare insieme una soluzione. Hanno ottenuto quanto richiesto i disabili dell’associazione Carrozzine Determinate Abruzzo, che da diverse settimane protestano contro il provvedimento con cui il governatore Gianni Chiodi confermava che «gli studi medici non devono rispettare le norme sull’accessibilità».
Della questione si è discusso oggi, in un incontro nella sede della direzione regionale Politiche della salute, a Pescara. Presenti, tra gli altri, il presidente dell’associazione Claudio Ferrante, il sub commissario alla sanità Giuseppe Zuccatelli, una collaboratrice del commissario e presidente di Regione Gianni Chiodi, rappresentanti dei quattro Ordini dei medici provinciali e i sindacati Smi, Fimp, Snami, Fimgi, Cipe e Simet.
Duramente criticato dai disabili, Zuccatelli ha lasciato l’incontro e ha annunciato che avrebbe subito ritirato il provvedimento. In accordo con gli Ordini e con i sindacati si è deciso di provvedere quanto prima alla realizzazione di un censimento per capire quali siano gli studi medici abruzzesi in cui sono presenti barriere architettoniche. Seguiranno la passeggiata empatica per sensibilizzare gli operatori ed un nuovo incontro per trovare una soluzione che metta tutti d’accordo.
Carrozzine Determinate Abruzzo, rappresentata dall’avvocato Alessandro Palucci, ha chiesto ed ottenuto anche che le persone con disabilità abbiano la priorità negli studi medici, con tanto di avviso da esporre nelle strutture. La Regione, inoltre, dovrebbe emanare una circolare a tutti i Comuni, prevedendo che ogni studio medico abbia almeno un posto auto riservato ai disabili.
«Siamo d’accordo con l’abbattimento delle barriere – dice il presidente dell’Ordine dei medici di Pescara, Enrico Lanciotti – ma dobbiamo capire i tempi e le modalità. Ci sono zone e casi in cui l’abbattimento e improponibile e un decentramento dei servizi creerebbe un danno maggiore». Per il presidente di Carrozzine Determinate, la stessa associazione che a settembre dello scorso anno aveva ‘espugnato’ il Consiglio regionale dopo aver occupato l’aula per rivendicare i diritti dei disabili, «è stato un incontro molto positivo, c’è stata una grande apertura da parte dei medici e abbiamo trovato una soluzione a molti problemi». «Ha vinto l’Abruzzo – conclude Ferrante – ha vinto la civiltà, hanno vinto un milione e 300mila persone».
«La soluzione per risolvere la questione delle barriere architettoniche negli studi medici – ha sottolineato il commissario alla Sanità Gianni Chiodi – è un censimento che permetta di individuare, a livello regionale, la dimensione effettiva del problema, ovvero quanti studi di medicina generale hanno il limite delle barriere architettoniche, in quali luoghi sono situati, se l’adeguamento può essere risolto in un tempo breve e con un impegno limitato di risorse finanziarie». «Pur non potendo essere presente all’incontro, perché impegnato in Consiglio regionale – ha riferito Chiodi – ho provveduto a seguire tramite i miei funzionari gli esiti della riunione e condivido le soluzioni individuate, vale a dire la decisione di approntare un censimento per dare dei numeri precisi al problema, la scelta di dedicare una giornata di sensibilizzazione e l’inserimento negli studi medici di cartelli con l’indicazione della priorità per i pazienti disabili. Vorrei ribadire che il nostro impegno è quello di garantire il diritto alle cure di tutti i cittadini abruzzesi e in tutti i luoghi, soprattutto nelle zone montane». «Mai le nostre azioni hanno avuto l’intento di discriminare i disabili. La nota inviata dalla struttura commissariale, oggi revocata – ha spiegato Chiodi – nasceva dalla problematica espressa dagli ordini e dai sindacati dei medici, che hanno anche aperto una procedura di conciliazione davanti al Prefetto dell’Aquila. La questione era sorta dal fatto che molti studi medici sono stati costruiti prima del 1989, spesso sono situati in zone montane e in palazzi sottoposti a vincoli architettonici e la richiesta dell’adeguamento immediato avrebbe potuto portare i professionisti alla decisione di chiudere gli studi. Voglio inoltre ricordare che si tratta di un problema che coinvolge tutte le regioni e che siamo in attesa di indicazioni da parte del governo nazionale».