Cronaca

Sisma, il monito dell’Ingv: «No prevenzione in Italia»

«In Italia non c'é cultura della prevenzione» rispetto agli eventi calamitosi, non solo terremoti, ma anche frane e alluvioni. Così Gianluca Valensise, sismologo dell'Ingv, responsabile Progetto Abruzzo, nella conferenza stampa di presentazione del premio di Laurea sulla tematica della prevenzione sismica istituito dall'Associazione Vittime Universitarie Sisma 6 Aprile 2009 con il Consiglio Nazionale dei Geologi (Cng) e Fondazione Centro Studi del Cng e anche grazie ai fondi raccolti con la vendita del libro "Macerie Dentro e Fuori" del giornalista della Rai Abruzzo Umberto Braccili.

«Il Paese è sempre più fragile dal punto di vista del rischio più che del pericolo», continua Valensise che è anche vice presidente della federazione italiana scienze della terra. L'esperto ha anche diffuso i dati, piuttosto allarmanti, della pubblicazione dal titolo 'L'Italia dei disastri', curata con la storica Emanuela Guidobaldi.

In Italia, secondo la ricerca, dal 1861 ad oggi, escluso quello in Emilia Romagna, ci sono stati 34 terremoti catastrofici, in media uno ogni 4-5 anni, che hanno coinvolto 1.560 centri, tra cui 10 città capoluogo.

In Italia il patrimonio storico, non solo edifici pubblici ma anche case private, è rappresentato dal 65%, stabili che non sono a norma perché costruiti ampiamente dopo l'entrata in vigore delle leggi antisismiche. Il restante 35% «non si sa se è a norma - spiega ancora il sismologo. Oggi in Italia 29mila scuole sono in zone sismiche e di queste una su due non ha il certificato di agibilità. Quest'ultimo dato emerge da uno studio del Cresme fatto per la fondazione del centro studi del consiglio nazionale dei geologi».

«Dopo il terremoto rispetto alla prevenzione è cambiato poco - spiega ancora Valensise - è stata approvata una legge antisismica di cui si parlava dal 2004 a riprova che non si programma ma si fa tutto dopo che accade la catastrofe. Nel 2012 in Emilia si sono approvate norme di cui si parlava da due anni. Quando c'é stato il sisma sono crollati i capannoni e la gente non sapeva di abitare in una terra sismica. E' la fotografia di un Paese che non sa, stiamo cercando di informare la gente, soprattutto I giovani, visto che parlare con la politica è inutile».

«POPOLAZIONI IGNARE DEI PIANI DI PROTEZIONE CIVILE» - «Il 70 per cento dei sindaci ha fatto il piano di protezione civile, ma solo il 10 per cento ha comunicato di dati alla popolazione». È la denuncia formulata da Michele Orifici, coordinatore della Commissione Protezione Civile del Consiglio nazionale dei geologi, nella conferenza stampa di presentazione del premio di Laurea sulla tematica della prevenzione sismica istituito dall' Associazione Vittime Universitarie Sisma 6 Aprile 2009 con il Consiglio Nazionale dei Geologi (Cng) e Fondazione Centro Studi del Cng.

I piani di protezione civile scattano in occasione di calamità naturali e vedono come responsabili nei territori di riferimento i sindaci. «In Italia non c'è consapevolezza di piani di protezione civile, non c'è la giusta informazione. I piani servono, sono importanti per dare informazioni ed 'educare' le popolazioni a comportamenti corretti in caso di calamità, invece succede che i sindaci vivono questa tematica come una incombenza amministrativa. Quindi non li comunicano e diventano inutili». Secondo il geologo, «i primi cittadini si accorgono di avere responsabilità solo dopo l'evento calamitoso».