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L’Aquila: «6 mila studenti nei prefabbricati»

Alla vigilia del quinto anniversario del terremoto in Abruzzo, Save the Children lancia l'allarme: «1872 Comuni in Italia (24 per cento del totale) sono ancora privi di un piano di protezione civile, benché si tratti di uno strumento obbligatorio previsto per legge e oltre 26.000 scuole, il 55,6 per cento, non sono a norma».

«Sono pochissime - rilevano i portavoce di Save the Children - le regioni nelle quali tutti i comuni hanno adempiuto all'obbligo di dotarsi di un piano di emergenza comunale: il Friuli Venezia Giulia, il Molise e la Valle d'Aosta le uniche. In Abruzzo la quota di comuni dotati del piano di protezione civile è del 98%: lo hanno 299 su 305 comuni. Estremamente basse le percentuali di Campania, Sicilia e Calabria, nonostante si tratti di regioni che presentano una condizione di rischio sia sismico che idrogeologico di rilievo».

Secondo Save the Children, «la cultura della prevenzione dei rischi trova ancora troppo poco spazio nel nostro paese. Non solo un numero significativo di comuni, anche nelle aree più a rischio, non si è ancora dotato dei piani di protezione civile, ma pure laddove l'adozione formale sia avvenuta, i piani non sono stati diffusi e portati a conoscenza della popolazione».

«Alla mancanza dei piani si aggiunge un ulteriore fattore di rischio, cioè i tanti edifici scolastici non a norma - commenta Raffaela Milano, direttore Programmi Italia-Europa Save the Children Italia - E' apprezzabile l'impegno assunto dal nuovo governo per la riqualificazione e la messa in sicurezza delle scuole, tuttavia va sottolineato come la condizione attuale sia davvero critica». «Basti pensare - spiega - all'età degli edifici scolastici: 5.637 sono stati costruiti prima del 1945; 21.515 dal 1946 al 1980 e 9.067 dopo il 1980».

«Per quanto riguarda L'Aquila e gli altri comuni colpiti dal terremoto del 2009 - aggiunge - a 5 anni dal sisma la maggior parte degli studenti, circa 6.000 bambini e adolescenti, è ospitata in 31 Moduli ad uso scolastico provvisorio (Musp), edifici prefabbricati allestiti per tamponare l'emergenza e che invece sono tuttora utilizzati». «Sconcerta rilevare come in seguito al tragico terremoto del 2009, sia ancora forte il disagio per migliaia di bambini e famiglie», conclude Raffaela Milano.