Politica

Pietrucci: alleanze, rivalse e delusioni del Pd

di Roberta Galeotti

La voglia di aria nuova tira, finalmente, anche a L’Aquila dove le primarie del Pd hanno dato uno scossone alla vecchia guardia politica.

Vince, anzi, stravince Pierpaolo Pietrucci con il 61,05% dei consensi, con una partecipazione di oltre 5000 votanti.

Tutto il territorio si è mosso intorno a questa competizione in cui se le sono date di santa ragione. I due fronti sono stati Moroni-Cialente contro Pietrucci-Lolli e Pezzopane.

«E’ una vittoria del partito e di un metodo» ha commentato un Massimo Cialente inquieto, dietro il fumo di una sigaretta, nella sede del Pd in viale della Croce Rossa.

«La rivincita di Pierpaolo» la voce unanime dei simpatizzanti che si sono raccolti per festeggiare intorno al giovane rottamatore dopo lo spoglio.

Tanti i giovani noti del Partito che hanno scommesso su Pietrucci, chi più sorridente e chi meno: Fabio Ranieri, operativo e dedito al lavoro come sempre; Chicco Di Benedetto, soddisfatto ma non troppo; l’assessore Emanuela di Giovambattista, Francesco Iritale, Stefano Albano, Alessandro Mucciante, Vincenzo Rivera, Valerio Ferrari.

Un grande applauso ha accolto Pierpaolo all’ingresso nella sede, intorno alle 22:00, quando il risultato strabiliante era ormai conclamato, e una voce ha spiccato su tutte «Pierpaolo capo di Gabinetto del sindaco, domani!»

Tra le prime telefonate di complimenti giunte a Pietrucci c’è stata quella del candidato presidente Luciano D’Alfonso.

Nella sede del Pd hanno stappato bottiglie e brindato, Pietrucci ha ringraziato tutti elargendo grandi abbracci e sorrisi, ma ha ringraziato in modo particolare la squadra dell’Alto Aterno.

Pietrucci ha, infatti, stravinto nei seggi di Marana, Capitignano e Cesaproba dove ha staccato Moroni di oltre 500 preferenze, ma ha stravinto anche nei paesi roccaforte della Pezzopane come Castel del Monte e Rocca di Mezzo.

{{*ExtraImg_193963_ArtImgRight_300x225_Pietrucci e la sua ‘squadra dell’Alto Aterno’}}

A Pizzoli, invece, i vecchi veleni di Gianni Anastasio contro la Pezzopane hanno portato ad un vantaggio netto di Moroni su Pietrucci.

Insomma, i democratici hanno fatto i conti con i loro scheletri nell’armadio.

Nuova era anche per Alfredo Moroni che, finita la campagna elettorale, dovrà rientrare in regione e fare i conti con la legge Severino che lo obbligherà a scegliere uno solo tra i due incarichi: o direttore regionale, o assessore comunale.