Politica

L’Aquila, fuoco incrociato sull’Ama

di Antonella Calcagni

L’Ama snobba crediti per quasi un milione e mezzo di euro, ma nel contempo attua tagli per chiudere in pareggio. Una bocciatura senza appello quella di alcuni consiglieri di opposizione - Alessandro Piccinini, Emanuele Imprudente, Guido Liris e il segretario di 'L’Aquila città Aperta' Corrado Ruggeri - nei confronti del Cda dell’Ama, con il presidente Agostino Del Re in testa, che non ha saputo “curare” finora la spa comunale malata.

Sullo sfondo c’è, ovviamente, «il fallimento totale della politica del trasporto pubblico dell’amministrazione comunale». «Le uniche strategie messe in campo – dicono - sono quelle dei tagli delle corse e del personale e dell’aumento del costo del biglietto dei bus da un euro a un euro e 20»; misure drastiche che per Alessandro Piccinini si sarebbero potute evitare se solo fosse stato messo in campo un serio piano di recupero crediti da parte dei vertici della spa. Il consigliere ha sottolineato che l’Ama vanta da Asm circa un milione di euro per canoni non riscossi del capannone di Pile dato in locazione. Il piano di rientro da 35 rate da 35 mila euro ad un certo punto è stato bloccato. Il residuo da versare nelle casse Ama fino al 2011 è di 627 mila euro; somma che lievita a un milione attualizzata al settembre 2013. Peraltro il contratto di locazione fra le due spa non risulta rinnovato.

L’Ama sembra snobbare generosamente anche i 93 mila euro da riscuotere dalla società che si occupa della pubblicità; 50 mila da parte dell’Arpa per corse integrate; 86 mila euro dal Centro turistico del Gran Sasso per la locazione della sede e 161 mila dal Sed. La società, insomma, non ha riscosso fino a oggi crediti che sfiorano il milione e mezzo di euro; somme che avrebbero potuto limitare i tagli previsti.

«Non si comprende perché si sia deciso di colpire i cittadini anziché redigere un piano di rientro», si chiedono i consiglieri di Opposizione, per i quali la scelta operata dal Cda è di natura politica.

Impietoso il piano di esercizio B, inserito nel contratto aziendale che ha suscitato le critiche della Cgil: «riduzione della corse feriali 1,3,4 verso i poli di Monteluco e Coppito, tagli per 12 unità, e aumento delle tariffe da un euro a 1.20».