Politica

Aree bianche: mission impossible

di Antonella Calcagni

Ormai si è capito: votare il piano sulle aree a vincolo decaduto è diventata una missione impossibile, o quasi, per il consiglio comunale.

I consiglieri comunali incompatibili, perché proprietari di particelle di terreno oggetto dall’atto, continuano ad assentarsi dall’aula perché temono di finire sotto processo per aver alzato la mano.

Senza di loro però i numeri in aula, 16 consiglieri, non ci sono. Giovedì prossimo forse nulla cambierà, nonostante le rassicurazioni provenienti da più parti, a meno che qualche consigliere di opposizione non decida di fare da stampella alla maggioranza.

«Se giovedì prossimo non ci saranno i numeri per votare la delibera sulle aree a vincolo decaduto – ha esordito l’assessore comunale con delega all’Urbanistica, Pietro di Stefano – chiederò immediatamente un incontro al Prefetto per capire quale sia la strada da seguire».

È molto probabile che il prefetto possa proporre la nomina di un commissario ad acta che si sostituirebbe al consiglio comunale nell’approvazione della delibera e che potrebbe essere nominato, in alternativa dalla Regione.

Il commissariamento sull’atto sarebbe stato auspicato da alcuni consiglieri di maggioranza che non ne possono più dello stillicidio in consiglio comunale; tempi lumaca che hanno provocato le contestazioni della Corte dei Conti.

Mettendo le mani avanti, peraltro, il presidente del consiglio comunale, Carlo Benedetti, in occasione della fumata nera di giovedì scorso, ha inviato gli atti del consiglio alla Corte dei Conti. Come dire: noi ci abbiamo provato.

«Se è vero che c’è chi auspica il commissariamento sulla delibera – ha continuato l’assessore Di Stefano – abbia il coraggio di chiedere all’intero consiglio comunale di votare sulla proposta di nomina di un commissario ad acta».

A minare la tenuta della maggioranza dal Cialente bis, ci sarebbero poi anche altre circostanze di basso cabotaggio. L’Api sarebbe in protesta per la mancata nomina di un proprio assessore in giunta dopo l’uscita di Riga; un passaggio del testimone impedito dalla decisione del sindaco di nominare assessore alla legalità, Nicola Trifuoggi. C’è poi anche il partito di Rifondazione con il suo cuore “green”, piuttosto irritato per presunte colate di cemento in vista sul Gran Sasso.