Attualità

Scalo, ‘patata bollente’ passata da Afscan a Xpress

di Antonella Calcagni

Sarà stato un lapsus freudiano il cenno fatto dall’assessore comunale Emanuela Iorio, agli imminenti collegamenti dello scalo aquilano con il santuario di Medjugorie.

Non è un mistero che lo scalo aquilano abbia bisogno di un piccolo miracolo per scrollarsi di dosso un insieme di sfortunati eventi che lo hanno colpito sul nascere.

Ieri se n’è parlato ancora nell’aula del consiglio comunale in occasione di una interrogazione così puntuale da sembrare un atto giudiziario a firma del consigliere di ApL Ettore di Cesare.

Un atto teso a dimostrare che lo scalo non è affatto a costo zero per il Comune dell’Aquila che invece vi ha speso finora circa 3 milioni di euro.

Il nodo per di Cesare & co è capire se l’aeroporto sia sostenibile. Dall’interrogazione si è capito che la concessione dà molti vantaggi al concessionario e pochi al Comune che spesso interviene in soccorso.

Balza all’occhio la decisione del comune dell’Aquila di farsi carico di spese relative alle apparecchiature di sicurezza e controllo passeggeri, di dubbia comprensione peraltro se tali spese fossero a carico del comune o del gestore Xpress.

In ogni caso l’amministrazione prima fa una gara ad evidenza pubblica che si aggiudica la Afscan per 32.760 euro, poi una volta subentrata la Xpress nella gestione il Comune compra dalla Xpress (gestore) per 32.760 mila euro tali apparecchiature, con buona pace della procedura di evidenza a pubblica.

L’assessore Iorio liquida la questione spiegando che l’offerta della Xpress era la più conveniente.

L’amministrazione comunale interviene di nuovo in soccorso del gestore, per la realizzare un [i]hangar[/i] a proprie spese per un costo di 600 mila euro. Anche in questo caso l’amministrazione è pronta a giustificare l’azione: «la nevicata del 2012 danneggiò la struttura che era in dotazione da parte del comune per convenzione, pertanto le spese erano a carico nostro».